Milano capitale delle lucciole La notte in 1.700 sulle strade

I gruppi criminali si dividono la città: le romene in centro, le nigeriane in periferia Ogni anno arrivano 800 nuove ragazze a prendere il posto delle vecchie prostitute

Milano capitale delle lucciole La notte in 1.700 sulle strade

Sono almeno 1.700 le prostitute che ogni giorno affrontano la strada e le sue insidie, però rigidamente suddivise per strade e nazionalità: nigeriane in periferia, romene in città. Dati della Caritas, che tutte le notti manda squadre di operatori per contattare le donne in strada arrivando a censirne 1.683, redigendo una mappatura delle zone. Ma anche a stabilire il ritmo del turn over, pari a oltre il 50 per cento: ogni anno infatti almeno 800 nuove ragazze che prendono il posto di quelle che, per mille motivi, lasciano i marciapiedi milanesi. La Caritas Ambrosiana insieme all'Arcidiocesi, la Migrantes e il Centro missionario, in occasione della prima Giornata internazionale contro la tratta di persone, ha promosso per oggi in Duomo un momento di preghiera presieduto dal cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, Nigeria. Proprio da questo Paese africano provengono la maggior parte delle donne destinate ad alimentare il mercato del sesso a pagamento. «Rispetto a qualche tempo fa sono ancora più deboli e con un maggiore carico di sofferenza - ha detto suor Claudia Biondi, responsabile area tratta e prostituzione di Caritas Ambrosiana - Qualche anno fa le organizzazioni criminali garantivano un modo relativamente semplice per arrivare in Europa. Oggi le donne prima di finire sulle strade di Milano hanno spesso compiuto viaggi di anni, attraverso le frontiere africane. C'è chi ha attraversato il deserto, poi il Mediterraneo, in mano ad organizzazioni sempre più spietate». In base ai contatti effettuati dalla Caritas attualmente il loro numero oscilla tra 300 e le 350, rappresentando una delle comunità più consistenti.

Dal cuore dell'Africa nera queste donne vanno ad alimentare il mercato del sesso a pagamento, ma solo nell'hinterland e lungo le strade provinciali, perché le organizzazioni che sfruttano la prostituzione si sono divise le zone. Le aree più appetibili, in centro e le circonvallazione sono invece appannaggio della criminalità dei Balcani, soprattutto albanese. Sono loro a immettere sul «mercato» donne provenienti in particolare dalla Romania, la seconda comunità dopo le nigeriane. Queste due comunità hanno di fatto monopolizzato le strade milanesi, coprendo quasi la metà del «mercato». In questa mappa andrebbero poi inseriti uomini e transessuali. I primi sono localizzati all'Ortomercato e piazza Trento arrivano in gran parte dai Paesi dell'Est. Mentre i viados, concentrati in via e Gioia e strade limitrofe, provengono quasi solo dal Sudamerica, con la netta prevalenza di Brasiliani.

Un giro d'affari da capogiro, a livello mondiale tocca i 32 miliardi di dollari, terzo «affare» della malavita dopo armi e droga, con una domanda in continua crescita e un «turn over» vorticoso.

Sempre la Caritas ha calcolato che ogni anno, oltre la metà delle prostitute viene sostituita, 800 ragazze prendono il posto di quelle troppo vecchie, «usurate» o spostate in altre città. La media nazionale oscilla però attorno al 35 per cento, così con il suo 50, Milano conquista il poco invidiabile primato di capitale del vizio.

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