Antonio Ruzzo«Da Milano a Cortina in un giro di Rolex. Alboreto is nothing...» sbruffoneggiava nei film Anni Ottanta l'indimenticato Guido Nicheli, il «cumenda» che viaggiava in Porsche accompagnato da bionde appariscenti e patinate. Erano i tormentoni che raccontavano il benessere diffuso dell'epoca degli yuppies dove le «Vacanze di Natale» si facevano obbligatoriamente sulle Dolomiti e dove via della Spiga o piazza San Babila facevano rima con Corso Italia e con l'Hotel Cristallo dove si trasferiva lo struscio nella stagione invernale. Anni fa. Oggi Cortina fa i conti con una crisi che vede molti alberghi chiusi, più di qualche impianto fermo e su un turismo che avrebbe bisogno di una cura ricostituente. O di un sogno. E il sogno c'è, come raccontato nel reportage di «Meridiani Montagne» in edicola in questi giorni. E'un aeroporto sula pista di Fiames che è lì a portata di mano e potrebbe diventare realtà per i prossimi mondiali di sci nel 2021 e forse anche prima perchè, come ha annunciato qualche settimana fa il governatore del Veneto Luca Zaia, non è un sogno nel cassetto «Ma ci metto la faccia e vi dico che vi stupiremo perchè se il progetto lo prendono in mano gli imprenditori giusti già dal prossimo anno avremo i primi voli...». Costruito nel 1958 lo scalo ha funzionato fino al 1976 quando un incidente costò la vita ad alcuni membri della giunta comunale. Da allora permette il decollo e l'arrivo solo agli elicotteri ma ora se ne riparla. E sarebbe una rivoluzione che permetterebbe, tanto per fare un esempio di collegare Milano alla «Perla delle Dolomiti» in 45 minuti. Tre quarti d'ora che basterebbero ai velivoli turboelica da una trentina di posti di arrivare e ripartire rapidamente fino a cinque volte al giorno e trasformare Cortina nel punto nevralgico del turismo dolomitico, trasformandola da destinazione d'elite in una destinazione a portata di weekend dalle città italiane e dalle capitali europee. Ma soprattutto a portata dei milanesi che da sempre qui vengono in vacanze o hanno la seconda residenza. Il progetto c'è e prevede il rispristino della della pista di Fiames che verrebbe allungata dai 1290 metri attuali a 1.600 metri. E c'è anche il «Cortinairport», un comitato di imprenditori veneti pronti ad investire con uno studio di fattibilità ricco di rendering e studi tecnici che sono solo in attesa di approvazione da parte dell'Enac che però già si sussurra dovrebbe arrivare a breve. Grandi sostenitori del nuovo aeroporto sono gli albergatori ampezzani: «Sarà un'unica infrastruttura con dogana, torre di controllo, negozi e ristoranti- racconta il presidente Gherardo Manaigo a Meridiani- C'è un grande interesse tra gli imprenditori che hanno a cuore Cortina e che in futuro vorrebbero investire qui e non costerebbe un centesimo allo Stato perchè è completamente a carico dei privati». Milanesi a parte c'è già anche un'idea dei numeri e dei passeggeri che il redivivo aeroporto di Cortina potrebbe smuovere: 25mila persone in 180 giorni di apertura per un incasso di 42 milioni.
Manca solo una delibera comunale e il benestare delle Regole, l'antica comnunanza della famiglie ampezzane che deve dare l'ok al taglio degli alberi per allungare la pista. E se così sarà «Da Milano a Cortina in un giro di Rolex» si potrà fare davvero, proprio come diceva il «cumenda» Nicheli. Che forse mai avrebbe immaginato...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.