Cronaca locale

Paura a Milano: figlia e compagna molestate, leghista estrae la pistola contro l'immigrato

Massimiliano Codoro è stato aggredito con la famiglia in zona Stazione Centrale

Paura a Milano: figlia e compagna molestate, leghista estrae la pistola contro l'immigrato

Il militante leghista Massimiliano Codoro ha estratto la pistola per difendere dalle molestie di un immigrato che lo ha importunato, insieme alla famiglia, nei pressi della Stazione Centrale di Milano.

Il 51enne imprenditore milanese, ex candidato della Lega alla Camera dei deputati, ha spiegato alle forze dell’ordine – accorse sul luogo dell’aggressione – che il suo gesto è stato a difesa della compagna e della giovane figlia di lei, che sarebbe stata palpeggiata dall’extracomunitario.

Ma veniamo, appunto, ai fatti. Codoro ha raccontato di essere andato in Centrale per attendere le due: al suo arrivo, come ci racconta lui stesso, le avrebbe trovate sotto choc e in lacrime. Il motivo? Un uomo, uno straniero, le ha infastidite e molestate, visto che l’immigrato si sarebbe pure permesso di toccare la ragazza. Il militante leghista è riuscito a individuare il molestatore, fronteggiandolo. L'altro - racconta Codoro- lo avrebbe deriso e avrebbe estratto un coltello, minacciandolo di tagliargli la gola. "Preoccupato per la mia incolumità fisica ho estratto la pistola che detengo regolarmente per la mia attività professionale e imprenditoriale", spiega il leghista. A quel punto lo straniero ha passato il coltello a un amico ed è scappato. Così Codoro ha rimesso l'arma a posto e ha aiutato due guardie giurate a fermare l'aggressore. "Continuava a mimare il gesto del taglio della gola e urlava Allah boom boom ", aggiunge Codoro.

Qualcuno, tra chi ha assistito alla scena del ferro puntato, ha chiamato il numero unico per le emergenze, segnalando un uomo che, litigando con uno straniero, ha estratto un'arma, puntandogliela contro. La polizia ha celermente raggiunto il luogo del fatto e, insieme alla Polfer, ha cercato e dunque rintracciato Codoro, scoprendo per l'appunto si trattava di un candidato del Carroccio di Salvini, non eletto, all’ultima tornata elettorale.

Gli agenti hanno così condotto le verifiche di routine, constatando la regolare detenzione del porto d’armi.

Starà, comunque, alla prefettura e alla questura condurre le indagini e trarre tutte le valutazioni del caso sull’episodio.

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