Un asse tra tre grandi città metropolitane, Milano, Roma, Napoli sugellata tra i sindaci rispettivamente Beppe Sala, Virginia Raggi e Luigi De Magistris. Obiettivo: avere più poteri e più autonomia. «L'Italia è il paese dei Comuni, grandi e piccoli e in particolare è venuto il momento di dare di più alle città non solo con una legge speciale per Roma, ma individuare per le tre grandi aree urbane delle forme di autonomia, che ci consentano di far capire al Paese che l'economia passa soprattutto attraverso le città». D'altronde, «se aumenta la qualità dei servizi - osserva De Magistris - queste città tirano ancora di più il Paese e siamo ancora più uniti».
L'occasione per lanciare il progetto dell'Asse tirrenico, l'inaugurazione del presepe donato da Napoli a Milano, allestito nel cortile di Palazzo Marino. Attenzione: il progetto propone un'autonomia diversa da quella del cosiddetto «centralismo regionale» e lontanissima anche dal prototipo di città-Stato, che Sala «aborre». «Se troviamo la formula per sostenere il paese, cambia molto», afferma Sala, anche perché «Milano Roma e Napoli sono fondamentali per l'Italia e sono obbligate a lavorare insieme», afferma il sindaco meneghino. «Io vengo da Sud dove spesso abbiamo sentito parlare di separazione del paese: qualcuno pensa che i meridionali siano contro l'autonomia, io sono un sostenitore fortissimo, ma proviamo a fare l'autonomia vera», evidenzia De Magistris, secondo cui «i sindaci, con l'elezione diretta e con il controllo popolare e la vicinanza con la gente, sono i più idonei a gestire una fase di autonomia forte, finanziaria, economica, amministrativa, istituzionale e normativa. E Bruxelles sarebbe d'accordo». Anzi, «se l'Unione europea desse direttamente i soldi alle città e alle grandi aree urbane, quanto tempo si risparmierebbe, quanta maggiore efficienza, quanto più denaro, quanto più sviluppo», precisa il primo cittadino partenopeo. L'idea è di capire se partendo da Roma, Milano e Napoli, «si può proporre una diversa formula affinché queste aree urbane abbiano un senso compiuto all'interno del sistema delle autonomie italiane». Questo, per dare al paese «un'autonomia che non lacera», sottolinea de Magistris, «che non si oppone alle regioni e a nessuno, ma in modo costruttivo consente di fare» a fronte anche del fallimento della riforma delle città metropolitane. Già lunedì il primo vertice a tre, per elaborare una proposta di legge che verrà poi sottoposta a governo e parlamento, senza aspettare.
C'è chi vede in questa alleanza una risposta concreta e politica all'infelice affermazione del ministro per la Coesione territoriale e per il Sud Giuseppe Provenzano sulla «Milano che prende e che non restituisce al Paese».
Perché «c'è un fondo di perequazione che è fatto di dare e di avere e che lascia un saldo netto alle singole città, un saldo rappresentativo di come le città più forti aiutano i comuni più deboli. Ecco il saldo netto di Milano è negativo per 100 milioni» replica secco Sala.
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