Milano come Las Vegas: è la capitale del gioco

Si dice che i cinesi siano sempre stati abili nelle attività commerciali. Non è una leggenda. Volete una prova che l’occhio a mandorla è sempre più lungimirante? Prendiamo il gioco d’azzardo.
Un paio di mesi fa il Giornale scopre che gli asiatici hanno intenzione di aprire 60 nuovi casinò (attualmente sono una trentina in città) dedicati a slot machine e videopoker. Un’autentica invasione, che ha allarmato i consigli di zona e il vicesindaco Riccardo De Corato. Possibile che i milanesi siano così plagiati da queste macchinette infernali, ci si chiedeva. Non è possibile, è sicuro.
Oggi lo certifica Agicos, l’agenzia d’informazione specializzata in giochi e scommesse: Milano è la provincia in Italia dove si spende di più nelle cosiddette new slot. Circa 1,7 miliardi di euro nel 2007, contro gli 1,2 miliardi di Roma. Una differenza sostanziale, nonostante un bacino di utenza inferiore a quello capitolino.
Logico che i cinesi abbiano deciso di buttarsi a capofitto nel mercato delle macchinette. Anche perché negli altri giochi Milano non è in testa alle classifiche e investe molto meno. Nel lotto il capoluogo lombardo è solo terzo, dietro a Roma e Napoli, con un volume di puntate di 433 milioni di euro nello scorso anno. Mentre nel Superenalotto i milanesi hanno giocato 182 milioni di euro (48 euro a testa per abitante), dieci in meno dei romani. La capitale primeggia per indotto anche nel Gratta&Vinci (630 milioni contro i 430 di Milano e Napoli).
Parlando in termini più generali, quella di Milano è la provincia dove si è giocato di più nel 2007, circa 3,5 miliardi di euro contro i 3,4 di Roma. Da notare, però, che se si escludesse il mercato delle new slot, il dato cambierebbe sensibilmente in favore della città eterna. Sono dunque videopoker e affini il business del presente e del futuro su cui puntare in città, come hanno appunto fatto i cinesi.
Se Milano gioca d’azzardo, il resto della regione non si risparmia di certo. La Lombardia è infatti la regione dove globalmente si è scommesso di più, 8,4 miliardi di euro contro i 4,6 del Lazio e i 4,2 della Campania. Sono ben cinque le province lombarde nella top 15 nazionale: Milano, Pavia, Brescia, Bergamo e Varese. Se si considera poi la spesa pro capite, Pavia balza in testa alla classifica delle province più «malate» di gioco: 1.498 euro per abitante, di cui ben 1.098 buttati in new slot. Un’enormità, anche rispetto ai 924 euro del capoluogo lombardo, ottavo in classifica. Crescono le cifre riguardanti le scommesse sportive (nel 2007 la Lombardia ha inciso per il 16,2 per cento sul totale degli introiti nazionali del settore) e la lotteria Italia (più 6,7 per cento a Milano rispetto all’anno precedente).


Insomma, non saremo ai livelli dell’Inghilterra. Ma la febbre del gioco cresce sempre di più, specie da quando il settore ha registrato una serie di liberalizzazioni. E non sembra esserci aspirina in grado di fermarla.

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