Cronaca locale

Milano, riecco i bivacchi in Stazione Centrale: così i migranti si accampano

La zona della Stazione Centrale è tornata a essere presa d'assalto dagli immigrati, che si accampano nei giardini

Milano, riecco i bivacchi in Stazione Centrale: così i migranti si accampano

È estate e, come ogni anno, è il periodo in cui il fiume dei flussi migratori è in piena: aumentano gli sbarchi e, di rimbalzo, gli immigrati sul territorio italiano. Della situazione ne è sempre fulgida cartina di tornasole la Stazione Centrale di Milano con le zone limitrofe. Ecco, qui, negli ultimi giorni è (ri)scoppiata l'emergenza bivacchi.

"Mi auguro che il Comune faccia la sua parte, come tutti, evitando i bivacchi. Perché compito di un sindaco è evitare i bivacchi in una città come Milano che ha appena vinto le Olimpiadi invernali e non quelle del bivacco", è la stilettata di Matteo Salvini all’indirizzo di Beppe Sala. E dopo la botta è arrivata la risposta del diretto interessato, che ha rispedito al mittente l'accusa: "Non è che a noi piaccia che ci siano i bivacchi e ci lavoreremo. Certo che è compito del sindaco, ma il problema è l'origine di questi bivacchi, che derivano dalle decisioni prese dal ministro stesso".

A infiammare la polemica, rispondendo al leader della Lega e difendendo l'operato del primo cittadino meneghino, ci ha pensato Francesco Majorino: "Salvini non deve fare il fesso: i bivacchi di queste settimane sono il frutto delle sue scelte. Abbiamo un ministro che o ci fa o ci è. O forse tutte e due: un poco è incapace, un poco spera che il sistema dell'accoglienza salti. Potrebbe darci la sede di via Bellerio per accogliere i migranti, sempre che non gliela abbiano pignorata". E al neo europarlamentare Pd ha replicato a stretto giro la collega Silvia Sardone del Carroccio, ricordando il lassismo della giunta di centrosinistra alla guida di Palazzo Marino: "Forse dimentica che la situazione è la stessa da anni, ossia da quando la sinistra ha spalancato le porte della città a migliaia di clandestini rendendo di fatto Piazza Duca d'Aosta un enorme campo profughi a cielo aperto. Majorino è stato il principale artefice di questo quadretto poco invidiabile. Sala ricorra al daspo urbano contro i bivacchi". Dunque, le ha fatto eco il deputato e capogruppo meneghino della Lega, Alessandro Morelli: "Per la sinistra milanese la colpa dei bivacchi, che si susseguono da anni, sarebbe colpa di Salvini. La 'Salvinifobia' è una cantilena che ci propinano da sempre quando non hanno argomenti, ma basta andare su Google e troviamo le stesse notizie che si susseguono da anni: migranti che da tempo dormono tra Porta Venezia e la Stazione Centrale e chiedono l'elemosina, nonostante, prima della direttiva del Viminale che li ha ridotti, i soldi per l'accoglienza erano elargiti in abbondanza".

Il punto, insomma, è il seguente: il giro di vite voluto dal responsabile del Viminale con il decreto Sicurezza ha stretto le maglie dell'accoglienza, riducendo i casi in cui un migrante può richiedere (e ottenere) la protezione umanitaria. Una delle conseguenze è però anche quella di rendere irregolari, e quindi non più ospitabili nei centri d'accoglienza, migliaia di persone. Ed è così, allora, che questi stranieri si riversano per le strade.

Gli accampamenti degli immigrati

Facciamo un salto in Piazza Duca d’Aosta di prima mattina, attorno alle 7, e già nel sottopasso di via Tonale, troviamo un gruppetto di migranti che, accampati, dormono stesi su cartoni. C'è un ragazzo sveglio, lo avviciniamo: "Sono arrivato dalla Libia con un barcone e dopo essere andato in Svizzera e in Francia, sono tornato in Italia; da qualche tempo vivo così a Milano, senza casa e lavoro".

In Piazza Duca d'Aosta la situazione non cambia e, sparsi qua e là tra la pavimentazione e l'erba delle aiuole, ci sono decine di immigrati ancora appisolati. Uno di loro, invece, ha scelto come giaciglio l'ingresso della metropolitana, attaccato ai portici di via Vittor Pisani.

Stesso scenario nel giardino di Piazza Luigi di Savoia, lato est dello scalo ferroviario, dove incrociamo un operatore ecologico in servizio: "Qui ci sono una decina di persone fisse e ho visto anche bambini. Non è una bella cosa e abbiamo paura quando veniamo a pulire in questa area".

Situazione delicata anche, per non dire soprattutto, lungo tutto Viale Vittorio Veneto(che collega Porta Venezia a Piazza della Repubblica): qui, affianco ai binari del tram, nella lunga lingua d'erba in pendenza, troviamo una decina di extracomunitari assopiti tra i cespugli. Con loro, a riempiere l’erba spelacchiata, cartoni, coperte, indumenti, sacchetti di cibo, rifiuti e bottiglie di birra vuote.

Accanto al loro bivacco, per tutto il giorno, sfila la città: il 9 si ferma e riparte, le auto sfrecciano e i passanti camminano sul marciapiede.

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