Un giallo lungo otto anni. Matteo Musso, venne trovato morto, colpito da una decina di coltellate, il 3 maggio 2006 in una rimessa di via Chiesa Rossa a Gratosoglio, nella periferia milanese. Il caso era stato archiviato nell’ottobre 2007 ma, nel marzo di quest’anno, la Squadra mobile ha chiesto la riapertura a seguito di importanti sviluppi.
Così, dopo un lungo interrogatorio in Procura, gli agenti hanno fermato un italiano: Giampaolo Ferrari, di 42 anni, con precedenti per droga, rapina e maltrattamenti nei confronti della convivente e madre di suo figlio, attualmente custode di un palazzo in Piazza Napoli. Per questo reato, in particolare, è stato condannato due anni fa a 8 mesi di reclusione. La compagna di Ferrari, infatti, ha raccontato che durante l’ennesimo pestaggio, il 42enne le avrebbe detto "ti faccio fare la fine di Matteo", riferendosi all’omicidio di Musso.
Ferrari, che già all’epoca dei fatti fu ascoltato ma non fu indagato, ha confessato anche alla presenza dei suoi avvocati. Il movente sarebbe un’offesa rivolta da Musso al suo amico
538em;">durante una lite, che sotto l’effetto di cocaina e alcol, l’avrebbe ucciso con 10 coltellate la notte del 3 maggio 2006.
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