Cronaca locale

Minacce di morte al regista di foibe ed esodo dall'Istria

Lunedì arriva lo spettacolo "Rumoroso silenzio" messo in scena dal 19enne finito nel mirino

Minacce di morte al regista di foibe ed esodo dall'Istria

Un giovane studente lontano da scuola e il custode di un magazzino dimenticato del vecchio porto di Trieste. Un deposito dove sono conservate le masserizie abbandonate dopo la guerra dagli esuli istriani, giuliani e dalmati in fuga dalla pulizia etnica slava. Questi i due personaggi da cui prende avvio lo spettacolo Rumoroso silenzio, in programma lunedì, martedì e mercoledì al Teatro Out Off di via Principe Eugenio. Tema, l'esodo istriano. Regista e autore il giovanissimo Luca Andreini, diciannovenne, bergamasco, con la passione per il teatro e una vita normale, almeno lontano dal palcoscenico. Lo spettacolo è andato in scena in tutta Italia in una tournée durata quasi un anno. Ora arriva a Milano fra grandi attese: in sette date ha saputo attirare 6mila spettatori. La trama è incentrata sulla storia fra Ferdinando e Norma e si sviluppa sullo sfondo del dramma dell'esodo, seguito alla cacciata degli italiani dalle province orientali e soprattutto alla strage delle foibe. «Norma vuol fuggire abbandonando ogni cosa - spiega Andreini - mentre Ferdinando vuol portare via tutto, persino i morti nelle bare: si crea così una tensione perpetua per tutta la durata dello spettacolo, dei litigi amorosi che io chiamo abbracciati».

Alla fine i due faranno una scelta comune. La più pericolosa. Nonostante Rumoroso silenzio sia una rappresentazione agile che unisce un testo in prosa pregno di riferimenti storici e un linguaggio artistico che unisce recitazione e danza, le capacità di regista e attori non sono l'unico motivo della celebrità della pièce. Nell'autunno scorso, all'esordio al teatro Gavazzeni di Bergamo, l'intera compagnia venne minacciata insieme all'autore. Minacce molto serie, recapitate fin sulla porta dell'appartamento privato di Andreini, appena maggiorenne all'epoca dei fatti. Prima una scritta davanti a casa, insulti di «fasci» e svastiche. Poi una serie di bigliettini sul pianerottolo, stavolta con «promesse» esplicite di morte. Infine, dopo la denuncia alla Digos, una mappa con i teatri della tournée cerchiati in rosso. Come a dire: sappiamo dove andate e vi teniamo d'occhio. Fra gli attori e i tecnici però nessuno ha voluto tirarsi indietro e tutti hanno deciso di proseguire a testa bassa nel lavoro. Anche perché, spiega Andreini, Rumoroso silenzio non è uno spettacolo politico. Dopo Natale, per fortuna, questi episodi non si sono più ripetuti e la polizia ha potuto chiudere il caso: «Abbiamo avuto la pazienza e la fortuna - chiosa il regista di poter far parlare a lungo questi corpi e questi sguardi aperti».

Nelle prossime settimane lo spettacolo sarà in scena in diverse città italiane, affiancato da Ho da dirvi niente, la storia di una strega strutturata secondo uno schema artistico che prevede forti interazioni con il pubblico, chiamato a esprimere la propria fantasia in una dimensione anche spirituale. Per il futuro Andreini e la sua compagnia hanno intenzione di lavorare a molti altri testi, non tutti necessariamente di carattere storico. Ma sempre con un impegno preciso: non lasciarsi dire da nessuno quello che deve o non deve andare in scena. Da nessuno, se non dalla propria libertà di artisti.

«Rumoroso silenzio» è in scena al teatro Out Off in via Principe Eugenio 22. Spettacoli il 26, 27 e 28 settembre alle ore 21

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