«Non me ne frega nulla, ora vado in Duomo e faccio saltare in aria tutto».
Col senno di poi la vicenda del finto attentatore si autodeclassa a momento di mitomania di una persona «con un disagio familiare ma con nessuna patologia grave», come messo nero su bianco nel referto dell'ospedale Fatebenefratelli. Tuttavia, alle 15.40 del giorno di Natale, quando l'uomo di 67 anni ha cominciato a sbraitare in via Corridoni, per qualche minuto a chi se lo è trovato davanti, poliziotti compresi, è parso davvero di trovarsi di fronte a un kamikaze. Un invasato pronto a fare una strage accendendo la miccia. Aveva la testa e buona parte del volto coperto da una sciarpa; sotto il cappotto, allacciati alla cintura, quelli che sembravano due candelotti predisposti per esplodere. Quando l'82enne che si trovava di passaggio, appena uscito dal pranzo a casa di alcuni familiari, gli ha chiesto se avesse bisogno di aiuto, lui ha iniziato a sbraitare. «Devo finire in televisione», pare abbia aggiunto. Da lì l'allarme alla polizia e uno degli agenti che gli immobilizza entrambe le braccia. Poi l'arrivo di un artificiere e la scoperta che ciò che l'uomo portava indosso non era esplosivo, ma due bombolette di schiuma da barba, la cui sommità era stata con accuratezza avvolta con del nastro isolante e agganciata a fili e a una presa elettrica. Di quelle che abbiamo tutti a casa, presa da una «ciabatta» di uso comune. Infatti i poliziotti, nel sopralluogo che hanno fatto poco dopo in casa dell'uomo, hanno ritrovato gli altri pezzi, ciò che era avanzato dalla fabbricazione del finto ordigno. Perché un gesto tanto strano? Non si sa.
Secondo lo psicologo che ha avuto con l'uomo, ora denunciato per procurato allarme, un colloquio subito dopo in ospedale, non ci sono elementi evidenti di squilibri mentali, ma solo una non meglio precisata situazione di «disagio familiare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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