Cronaca locale

Il mito dei film maledetti nel cinema anni '40 e '50

Ad Art River tredici opere d'autore ogni mercoledì

Fotogrammi di cinema dimenticato tornano a galla. La cineteca degli anni Quaranta e Cinquanta è ricca, forse un po' impolverata, ma ha molto da dire anche in un presente che ha scavalcato il secolo e il millennio. Si chiama attualità l'ossessione dei contemporanei, tuttavia riscoprire capolavori del passato offre una rara sensazione di ebbrezza e soddisfazione. E l'operazione è riuscita ad Art River (Via Thaon di Revel 21) che da mercoledì alle 22 inizia un'operazione di recupero di 13 importanti titoli che non vengono da tempo riproposti nelle sale. A selezionarli è stato Alessandro Baracco, regista televisivo per Le iene, La talpa e L'isola dei famosi, che ha dato vita a «Cinecult» una rassegna notturna destinata a incontrare i gusti dei tiratardi perché le proiezioni iniziano alle 22 (il biglietto costa 8 euro).

Il programma è ricco e comprende western, noir, thriller, drammatici e perfino un film fantastico che oggi sono di gran moda ma anche ieri non erano affatto trascurati. Si parte con Ombre malesi (1940) di William Wyler, indimenticato autore di Vacanze romane. Si proseguirà con Il mio corpo ti scalderà (1941) di Howard Hughes, La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder, famoso per A qualcuno piace caldo. Seguiranno poi Femmina folle (1945) di John Stahl, Il grande sonno (1946) di Howard Hawks, La signora di Shangai (1947) di Orson Welles, Narciso nero (1947) di Michael Powell e Emeric Pressburger, Pandora (1951) di Albert Lewin, Il piacere (1952) di Max Ophuls, Jonny Guitar (1954) di Nicholas Ray, Un bacio una pistola (1955) di Robert Aldrich, La morte corre sul fiume (1955) di Charles Laughton e Come le foglie al vento (1956) di Douglas Sirk.

Denominatore comune di queste opere, firmate da registi notissimi di altri celebri film di grande richiamo, è il sapore del melodramma condito da donne di grandissimo fascino, spesso all'apice della fama, che si rivelano drak ladies di carattere. Si veda la ventiduenne Jane Russell che esordisce ne Il mio corpo ti scalderà entrando subito nell'immaginario collettivo. O Cloris Leachmann, al debutto per Aldrich in Un bacio una pistola dove appariva nella parte della femme fatale vestita solo di un impermeabile.

Guai pensare a questi film in un'ottica puramente glamour, però. I generi sono diversissimi e gli intrecci abbracciano il gusto del mistero e del giallo, ma anche quello della legalità del Far West nelle terre di Pat Garrett e Billy the Kid. Donne pericolose e pronte a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi si mescolano così a detective e implacabili tutori della legge, con il fascino di Humphrey Bogart.

Cuori femminili che battono per Rock Hudson, una delle prime vittime dell'Aids negli anni Novanta, ma bello da far girare la testa mezzo secolo prima nella gioventù più fresca. SteG

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