Francesca Amè
Inutile girarci troppo intorno: le aspettative sono alte. Lo dice anche il sindaco Beppe Sala riferendosi alla prossima Esposizione Internazionale della Triennale, ché l' «Expo del design», nato nel 1923 e in pausa dopo un periodo di gloria del made in Italy, al suo ritorno proprio nel semestre di Expo non è stato all'altezza delle attese. Al primo cittadino che chiede ora alla Triennale di cavalcare il «momento magico di Milano», con progetti meno attinenti all'arte contemporanea («che ha altri luoghi deputati») e più al design, l'istituzione risponde con la chiamata di Paola Antonelli. A lei il compito di curare, indirizzare e progettare la prossima Esposizione Internazionale della Triennale che si terrà dal 1 marzo al 1 settembre del 2019. Paola Antonelli è, nel design, ciò che rappresenta il numero 10 in una squadra di calcio: una fuoriclasse. Attualmente è senior curator del dipartimento di architettura e design del MoMa di New York, già nella lista dei cervelli più visionari del Pianeta secondo il Time, con alle spalle un mostre di successo, premi e riconoscimenti che la rendono il candidato perfetto per il rilancio. Il fatto che diriga con piglio e originalità il settore di design di uno dei musei più famosi al mondo (è stata la prima a inserire nella collezione permanente del MoMa un videogioco) e che seguirà tutta la gestazione dell'evento milanese da Manhattan non deve far impensierire. Il legame con la città è solido, come si è visto ieri, al Teatro dell'Arte della Triennale, durante la presentazione dei temi dell'Esposizione Internazionale. Laureata al politecnico di Milano, Paola Antonelli ha mosso i primi passi nel mondo del design come «galoppina per l'organizzazione di una mostra proprio alla Triennale», come ha lei stessa voluto ricordare citando con affetto Italo Lupi e Cino Zucchi. Il mondo del design milanese la conosce bene e la apprezza: lo si è visto dall'accoglienza tributatale anche da Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile E se è vero che la Triennale naviga a vista anche a causa di un cda in scadenza (il 17 gennaio ci saranno le nuove nomine ma, dopo voci che davano per certo Stefano Boeri alla presidenza, nessuno si sbottona più sui nomi), il progetto di Paola Antonelli è di quelli visionari per davvero. «Broken Nature: design takes on human survival» il titolo scelto: «Broken Nature, ovvero Natura Torta, vuole essere una mostra in cui il design esce dalle sue confort zone e riflette sul tema più importante del momento grazie al contributo di tante altre discipline, dalla biologia alla scienza, dalla robotica alla politica. Il design, sia quello dei materiali storici che quello speculativo, deve offrire strategie per affinare il rapporto tra uomo e natura», spiega. Che cosa dobbiamo dunque aspettarci? Antonelli crede nelle contaminazioni tra le discipline: curerà una grossa mostra nella sede centrale della Triennale e sul tema lancerà, su una piattaforma digitale pronta a breve, una «chiamata ai creativi di tutti i Paesi» per raccogliere altri contributi innovativi.
Il progetto prevede varie partecipazioni sotto forma di padiglioni nazionali come accade alla Biennale: saranno tutti dislocati tra la Triennale e il parco. Il palazzo progettato da Muzio, senza troppe dispersioni, sarà il cuore pulsante di una mostra che Antonelli vuole il più possibile «aperta, partecipata e votata al futuro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.