Cronaca locale

Moratti incalza, tensioni con Fontana

Lei insiste per candidarsi. Il presidente: "Se è a disagio, ci sono tante opportunità"

Moratti incalza, tensioni con Fontana

«Va avanti come un treno». Letizia Moratti non si ferma. Insiste sulla sua candidatura a presidente della Regione e incalza il centrodestra, da cui pretende chiarezza.

Al Pirellone si guarda con un certo stupore alla determinazione con cui la vicepresidente continua a puntare al suo obiettivo, senza infingimenti e senza particolari remore, mentre il presidente, Attilio Fontana resta altrettanto deciso a non fare passi indietro, e intenzionato a sua volta a candidarsi, fra 8 mesi, per difendere e portare avanti il suo lavoro.

Ma Moratti va avanti. «Io ho dato la mia disponibilità al centrodestra e la riconfermo - ha detto ieri intervistata da La 7 - Ovviamente mi aspetto e penso che sia giunto il momento, che sia doveroso e anche urgente, avere un chiarimento col centrodestra». Secondo alcuni osservatori, la vicepresidente non punta ad altri incarichi. Solo qualche fantasia arriva a preconizzare un possibile ruolo da protagonista nel dopo elezioni - a livello di governo, magari nell'eventualità di un pareggio - ma chi le ha parlato di recente conferma che l'unico suo vero obiettivo è la presidenza della Regione. «A Moratti non interessa un ruolo di centro nazionale - ha detto ieri l'ex sindaco Gabriele Albertini, dopo averla incontrata - È interessata alla candidatura alla presidenza della Lombardia, magari con una sua lista».

D'altra parte, se si guarda al suo cursus honorum, è stata ministro, presidente della Rai e sindaco di Milano. Poi, dopo un lungo periodo lontano dalle scene politiche, è tornata: chiamata in Regione. Secondo i rumors, proprio in occasione di quella chiamata, Moratti avrebbe ottenuto anche la (mezza) promessa di una candidatura a presidente nel 2023, ma erano i mesi in cui Fontana non aveva ancora sciolto la riserva. Ora l'ha fatto, ha ottenuto il sostegno della Lega e aspetta quello dell'intera coalizione.

Il dualismo è a dir poco imbarazzante. Non a caso, lo stesso Fontana ieri ha risposto, prima chiedendo a sua volta chiarezza, quindi evocando la possibilità di una uscita dalla giunta della sua numero due. «Bisogna capire un po' di cose» ha detto il presidente, la prima è «dove eventualmente intenda candidarsi», perché «sui giornali ho letto che intenderebbe candidarsi nel centrodestra, nel centrosinistra ed è intervenuto anche Letta per smentire una candidatura nel centro». «Io - ha detto Fontana- la Moratti la incontro molto spesso; parliamo di tanti problemi, recentemente ci siamo incontrati per parlare del piano vaccinazioni e a me non ha mai detto niente». «Certo - ha concluso Fontana - «se si sente a disagio ci sono tante opportunità».

A proposito delle opzioni che si trova davanti, chiedendo chiarezza a quelli che considera i suoi interlocutori - i leader del centrodestra - Moratti ha fatto sapere che in assenza di risposte «mi riterrò libera e indipendente di fare le mie scelte, come sono sempre stata». Libera anche di candidarsi «da sola» - si dice in Regione - «con chi la sostiene».

La sinistra, che pure ha i suoi problemi, soffia sul fuoco del dualismo, e se Pierfrancesco Majorino (Pd) sembra voler avvertire - soprattutto i suoi - che Moratti «non è meglio di Fontana», Michele Usuelli di «Più Europa» mette in guardia i centristi: «La gestione sanitaria in Lombardia la rende non idonea».

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