È morto il bambino intossicato nell'incendio. Indagati i vicini di casa

Il 13enne era gravissimo e non ce l'ha fatta. Inchiesta della Procura per omicidio colposo

È morto il bambino intossicato nell'incendio. Indagati i vicini di casa

Il «bambinone» che sorrideva a tutti se n'è andato. Haitam Errafi, 13 anni, nato in Italia da una famiglia egiziana, è morto ieri mattina qualche minuto dopo le 10 all'ospedale Sacco, unica e tenera vittima del rogo accidentale ma devastante scoppiato mercoledì intorno a mezzogiorno in un appartamento al decimo piano di un palazzone popolare a Quarto Oggiaro, in via Cogne 20. Già l'altro ieri, appena arrivato al Sacco, le condizioni del ragazzo dal corpo di uomo e dalla mente di bambino erano disperate: i medici lo hanno tenuto in vita tutta la notte solo grazie all'ausilio dei macchinari.

Il ragazzo, che dal 2010 era seguito dai servizi sociali del Comune perché sofferente di disturbi della personalità, era stato trovato dai soccorritori privo di sensi e incapace di respirare nel bagno di casa. Le fiamme e il fumo dell'appartamento di sotto, quello andato a fuoco, stavano invadendo casa sua, così il ragazzino ha pensato di salvarsi riempendo la vasca e buttandosi dentro. Prima però ha chiamato al telefono la madre Fatima. «C'è fumo, è tutto nero - le aveva detto - non respiro». E così è iniziato il dramma della poveretta che si è precipitata a casa trovando pompieri e ambulanze , nel giardino del condominio, e gli operatori del 118 che cercavano di rianimare il suo ragazzo rimasto gravemente intossicato.

Haitam, che abitava all'undicesimo piano di via Cogne proprio con Fatima e le due sorelline da quando i genitori non stavano più insieme, mercoledì, come ormai da qualche mese, era in casa da solo. Mentre la mamma era al lavoro e le sorelle a scuola, infatti, lui, che aveva frequentato per un po' la scuola media «Giovan Battista Vico» di via Orsini, doveva trasferirsi in una comunità terapeutica per minori per curare i suoi disagi.

I vigili del fuoco continuano a indagare sulle cause dell'incendio, mentre l'indagine si trasforma in un'inchiesta per omicidio. L'ipotesi più probabile è lo scoppio della caldaia dell'appartamento al decimo piano dello stabile comunale che è gestito da Metropolitana milanese, anche se alcuni testimoni del palazzo parlano di un calorifero portatile in fiamme. I settanta inquilini evacuati hanno passato la notte in uno stabile comunale in via Carbonia ma già domani inizieranno a fare ritorno a casa.

Intanto la Procura ha aperto un fascicolo per incendio colposo e omicidio colposo per la morte del 13enne e sta per iscrivere per le due ipotesi di reato i proprietari dell'appartamento al decimo piano da cui si è sviluppato il rogo.

Il sindaco Giuseppe Sala ha visitato ieri mattina il palazzo incendiato di via Cogne. «Ho incontrato - ha scritto il sindaco su Facebook - alcuni dei condomini che hanno dovuto abbandonare l'edificio e ai quali abbiamo trovato una soluzione temporanea: la Protezione Civile e le strutture del Comune sono al loro servizio».

Il primo cittadino si è poi recato all'ospedale Sacco «per manifestare la vicinanza mia e di tutta la città ai genitori e alle sorelle di Haitam» In serata poi il Comune di Milano con un comunicato che si farà carico dei funerali del 13enne.

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