Morto in gita, spunta la pista estera

Gli inquirenti stanno cercando gli ospiti stranieri che hanno soggiornato nell'albergo la notte della tragedia

Non si ferma, ma continua anzia a ritmo serrato l'inchiesta della squadra mobile di Milano sulla tragica fine di Domenico Maurantonio, il liceale padovano diciannovenne morto il 10 maggio dopo una misteriosa caduta dal quinto piano di un albergo di Bruzzano, alle porte della nostra città, dove la sua scuola era venuta in gita per visitare l'Expo. Gli investigatori non vogliono lasciare nulla d'intentato e sperano di trovare almeno un elemento che faccia convergere le indagini o in direzione di una disgrazia solitaria o verso un atto doloso, sicuramente non voluto, ma ancora tenuto celato da chi lo ha messo a segno. Al momento la sezione omicidi sta cercando di rintracciare tutti gli ospiti che occupavano le stanze del quinto piano dell'hotel «Leonardo da Vinci» di via Senigallia. La notte della tragedia, infatti, l'albergo era pieno di gente e le stanze al quinto piano, una quarantina in totale, erano tutte occupate. Molti clienti sono stranieri che, ripartiti proprio quella domenica mattina, giornata del ritrovamento del cadavere del ragazzo, la Mobile non ha potuto finora interrogare. Com'è noto al momento le persone sentite in questura a Milano e in questura a Padova - compresi gli allievi della quinta F che, come i ragazzi della quinta E, la classe di Domenico, dormivano in stanze differenti, distribuite tra i cinque piani dell'hotel- hanno spiegato alla polizia di non aver avvertito alcun rumore che possa far pensare a una colluttazione, a un litigio o a una bravata di gruppo, finita male. Purtroppo, dalle testimonianze verbalizzate, nessuno nell'hotel si sarebbe accorto di nulla di particolare accaduto quella notte. Nemmeno solo e semplicemente del volo di Domenico nel vuoto, del tonfo all'impatto del suo corpo con il terreno. La tragedia è emersa in tutta la sua terribile evidenza solo alle 8 del mattino, quando il cadavere del liceale è stato ritrovato ai piedi di una delle scale antincendio dell'hotel.

«Faremo tutto il possibile per risalire alla verità di quanto accaduto realmente all'alba di quella domenica al quinto piano dell'hotel - spiegano gli investigatori -. Al momento non possiamo escludere ancora nulla. Cerchiamo però solo elementi concreti, solidi. Già la conversazione in chat presa da Whatsapp, fra un presunto anonimo testimone presente nell'hotel quella notte e una terza persona, ci ha fatto perdere troppo tempo, una settimana intera. I gossip, è chiaro, non c'interessano. Certo: non escludiamo che la vicenda possa restare così come si presenta ora, che non emerga nulla di nuovo per spiegare cosa sia realmente accaduto quella notte».

Anche sul Dna rinvenuto sotto due unghie di Domenico si sta lavorando per ricavare un preciso profilo genetico.

«Tuttavia potrebbe trattarsi anche del profilo di qualcuno a cui il ragazzo quel giorno ha semplicemente stretto la mano. In ogni caso la persona in questione sarà sentita, com'è ovvio che sia» concludono gli investigatori.

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