Una promessa affrettata. Silvia Sardone riapre la questione della moschea di via Cavalcanti. La consigliera di Forza Italia ha appena ricevuto dall'assessore Carmela Rozza, la risposta a un'interrogazione di un mese da circa, sulla mancata chiusura della moschea abusiva di via Cavalcanti 8. Una «risposta precisa ed esaustiva» che secondo Sardone riporta «esattamente quanto mi aspettavo mi sarebbe stato detto». «Si tratta - precisa la ex consigliera di zona 2 - di informazioni che sia io sia Beppe Sala conoscevamo già quando lui promise, che se fosse diventato sindaco l'avrebbe immediatamente chiusa».
Ma cosa spiega l'assessore. La consigliera azzurra lo sintetizza così: «Mi si riferisce che a fine giugno la questione è stata sottoposta all'attenzione del Comitato ordine pubblico e sicurezza in Prefettura, che sono state effettuati sopralluoghi dai Vigili del fuoco e dalla Polizia locale insieme alla Polizia di Stato e infine, che tutta la relativa documentazione è stata inviata alla magistratura da cui ora si aspetta una risposta». «Una prassi procedurale che fin da prima la campagna elettorale tutti gli addetti ai lavori sapevano dover essere adottata conoscendone le lungaggini. Quindi - per Sardone - quando Beppe Sala pronunciò quel immediatamente sapeva che non lo avrebbe potuto realizzare e a casa mia chi promette sapendo di non potere mantenere, mente. Ed è esattamente quello che ha fatto Beppe Sala nei confronti dei cittadini di via Cavalcanti in cambio di una manciata di voti per cui oggi non può pagare il pegno promesso». «Resta comunque da capire - conclude - perché l'assessore Rozza, attraverso le forze della polizia locale, non metta in atto tutti gli atti amministrativi che sono nelle sue prerogative, rendendo meno gravosi i disagi dei cittadini di quella zona».
Sul caso moschee interviene anche il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Riccardo De Corato: «Mentre Palazzo Marino fa di tutto per compiacere i musulmani, questi sarebbero in procinto di indire una grande manifestazione di protesta, a testimonianza dell'arroganza con cui si sentono padroni della città.
Questa è la situazione di Milano. L'amministrazione è intervenuta solo per via Zambelli, mentre le altre moschee abusive (Cavalcanti, Maderna, Carissimi e Sibari, per citare solo quelle note) continuano ad accogliere i fedeli».AlGia
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