Cronaca locale

Una moschea in città, il Pdl ora cerca la «chiave»

Il «caso moschea» verso una soluzione. I segnali ci sono. Il Pdl sta preparando un’iniziativa concreta per la realizzazione di un luogo di culto islamico, e intende metterla in campo a giorni. Intanto uno dei coordinatori nazionali del partito Ignazio La Russa, fissa dei paletti, dà sostegno al vicesindaco De Corato e alla sue preoccupazioni sull’ordine pubblico, e infine risponde picche alla proposta del Pd - fare la moschea nell’area Expo - ma sostanzialmente dà il suo «nulla osta»: «Il problema c’è», ammette il ministro della Difesa.
Dentro l’ala «forzista» del partito la decisione è già maturata. Una decisione in linea con la posizione assunta negli ultimi anni dal sindaco Moratti e dal governatore Formigoni - e non in conflitto con i moniti della Curia ambrosiana. Il capogruppo Giulio Gallera la sintetizza così: «I nodi sono venuti al pettine. Occorre assumersi la responsabilità di risolvere la questione. Non è più possibile nascondere la testa sotto la sabbia». La soluzione va in due direzioni: una sistemazione da approntare subito, e una più definitiva da concepire nel medio-lungo periodo.
L’iniziativa concreta sarà messa in campo nel giro di pochi giorni, con un emendamento al Piano dei servizi, uno dei «capitoli» del Piano di governo del territorio che a settembre dovrà passare dal Consiglio comunale di Milano. I luoghi ipotizzati sono i soliti: Lampugnano, Parco Sud, Molino Dorino. «L’appuntamento in cui attivarsi è quello del Pgt - conferma Gallera - sarà una prima risposta che non possiamo eludere». Ma il nodo dell’iniziativa è anche politico: «Se il Pdl decide di affrontare la questione la si affronta - dice Gallera - e la Lega sarà chiamata ad assumersi la sua responsabilità. Basta scaricare sugli altri le scelte impopolari. Chiederò a tutto il gruppo di sottoscrivere il documento - spiega ancora - e poi farò altrettanto con i capigruppo della maggioranza».
Il principale partito della maggioranza, dunque, ha deciso di accogliere le richieste del mondo islamico. E su questo pare avere la massima copertura politica, quella del sindaco Letizia Moratti, che in questi giorni si è mantenuta in stretto contatto con il prefetto, condividendo anche - come confermano da Palazzo Marino - la sua esternazione di due giorni fa sulla necessità di una soluzione più stabile alla questione-preghiera.
Quanto al partito, Giovanni Terzi esclude divergenze con De Corato: «Tanta stima per lui, ci sono sensibilità diverse, sfumature da accettare e rispettare». La sensazione è che, una volta disinnescata la contrarietà della Lega, e quindi la competizione anche elettorale su questo terreno, l’ala «ex An» del partito possa ammorbidirsi. E il messaggio che dal Pdl arriva alla Lega è chiaro, e punta dritto alla priorità del Carroccio: il trasferimento del centro di viale Jenner: «È legato all’individuazione di un luogo di culto», sottolinea Gallera. L’obiettivo dunque è chiaro: avere una o più aree controllate e a «impatto zero» per i residenti.

Anche - lo spiega Aldo Brandirali, esponente del Pdl amico del centro di via Padova - per «togliere l’egemonia all’istituto di viale Jenner, che sbagliando è stato assunto come unico interlocutore in questi anni».

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