Cronaca locale

Moto e camionetta: ecco i nuovi ghisa

I vigili di quartiere non gireranno più a piedi. Pattugliamenti estesi a tutte le vie

Moto e camionetta: ecco i nuovi ghisa

Vigili di quartiere, si cambia. A due anni dalla grande rivoluzione inaugurata dall'assessore alla polizia locale Carmela Rozza che aveva riorganizzato il servizio nel 2017, ieri una riunione fiume al comando di piazza Beccaria con i presidenti di municipio per definire i dettagli della sperimentazione, a partire dal Municipio 6. Rimangono le funzioni tipiche dei 300 ghisa di quartiere: l'ascolto dei residenti, raccolta di segnalazioni e informazioni per programmare interventi, controllo del territorio, tutela della sicurezza urbana, ma con dei nuovi mezzi che rendono molto più funzionali al servizio.

«La rimodulazione del servizio intende proseguire la strategia di continuità d'azione - si legge nelle circolare del comandante Marco Ciacci - in una prospettiva di miglioramento che sappia cogliere le aspettative che provengono dai municipi e dalla cittadinanza in coerenza con la dinamicità dei fenomeni che contraddistingue il contesto urbano». La rivoluzione segue un confronto tra il comando, l'assessorato alla polizia locale e i presidenti dei municipi. La novità principale sta nei mezzi: i vigili non gireranno più a piedi o in bicicletta ma in auto, sui motocicli MP3 supportati dalla stazione mobile.

Non è possibile riuscire a farsi vedere, sia dai cittadini che possono avere bisogno di un aiuto sia dai criminali, delinquenti o balordi vari, verso i quali la divisa può avere sempre una funzione di deterrenza, ma è necessario muoversi più velocemente e coprire porzioni di territorio il più ampie possibile. Ecco allora che i vigili avranno in dotazione motocicli a tre ruote e la stazione mobile, la camionetta attrezzata con computer, software e telecamere che permette di eseguire controlli incrociati sui veicoli e persone. Diversa, infatti, la situazione in centro e in periferia: in centro è sufficiente che i ghisa girino piedi per essere facilmente raggiungibili da cittadini e turisti e visibili, la sfida dei grandi quartieri popolari più periferici, è diversa: bisogna essere veloci e agili per coprire il territorio, intervenire dove ci sono incidenti e farsi soprattutto vedere il più possibile. Il problema: i mezzi. Se, infatti, sono in dotazione della polizia locale una trentina di motocicli a tre ruote che potrebbero essere distribuiti nei vari comandi, così non è per le stazioni mobili. Dovrebbero essere state acquistate una decina, a, che però arriveranno nella propria metà dell'anno prossimo, ad eccezione di quella riservata al municipio 6 che è già disponibile al comando di via Crivelli. Nel frattempo si attiva la sperimentazione nel Muncipio 6, che si estende da corso Genova ai navigli, ai quartieri più periferici che comprendono Lorenteggio, Giambellino fino alla Barona.

I vigili percorreranno in auto o sulle moto il quartiere, fermandosi negli «hot spot», le zone più difficili dove a piedi faranno visita a commercianti, associazioni, negozi per raccogliere informazioni o segnalazioni. Compito del vigili di quartiere più di polizia stradale, diciamo, ben lontano dalle funzioni più repressive o «poliziesche» di alcuni nuclei specializzati. Se, infatti, il modello cui si ispira piazza Beccaria è il bobby quindi il vigile nei paesi anglosassoni che presidiano quasi ogni isolato, a Milano non ci sono i numeri per farlo, come lamentano da tempo i sindacati.

Il corpo è sotto organico e con le forze che si hanno, la rimodulazione e riorganizzazione di alcuni reparti è l'unica via per garantire il servizio, all'altezza della fama della polizia locale milanese.

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