L'assessore nel mirino. Potrebbe essere il titolo di un film a episodi, protagonista Franco D'Alfonso (Commercio) che ieri è «sopravvissuto» agli esponenti di opposizione Pietro Tatarella e Andrea Mascaretti, con cui è rimasto chiuso in ascensore, mentre si è preso gli ennesimi schiaffi (metaforicamente parlando) dagli alleati. Non è mai corso buon sangue e ne corre ancora meno con il Pd, dopo le ultime uscite sulla marcia «Nessuno tocchi Milano» organizzata due domeniche fa per reagire alle devastazioni dei no global. Una manifestazione che D'Alfonso ha subito intestato al sindaco, e alla rinascita in grande del movimento arancione verso le comunali 2016, mentre era nata da un'idea dei Democratici.
Stavano solo covando il momento giusto per riportarlo all'ordine, ed è arrivato dopo le uscite di venerdì scorso sulla movida libera nei sei mesi di Expo. L'assessore ci ha tenuto ad annunciare con un comunicato stampa che la giunta non firmerà ordinanze per limitare gli orari di chiusura dei locali. Bar e ristoranti potranno tenere aperto anche tutta la notte, «non abbiamo voluto porre limiti per consentire ai turisti di vivere appieno la città e apprezzare la vita notturna, nel rispetto delle esigenze degli abitanti delle zone». Sono arrivate, immancabili, le proteste di comitati e residenti, specialmente da quelle zone più calde della movida come Arco della pace e Navigli che temono un'estate «incandescente» visto che con Expo le presenze in città, anche la sera, saranno molto superiori agli anni passati. Anche perchè, diciamola tutta, le ordinanze già l'anno scorso non erano state introdotte per evitare ulteriori ricorsi al Tar. E D'Alfonso aveva provato ad addossare al Consiglio, che non aveva voluto votare il Regolamento sugli orari che avrebbe imposto paletti ai locali, gli eventuali effetti della delegulation. Ora, a quanto pare, quella deregulation è diventata un valore aggiunto. E D'Alfonso, con quel comunicato (che annunciava di fatto che il sistema non cambia rispetto all'anno scorso), ha provato a metterci il cappello. Facendo invece infuriare sia i residenti, sia il Pd.
«L'idea che per i sei mesi di Expo, a Milano, gli esercizi commerciali che somministrano bevande e alimenti possano stare aperti senza vincoli di orario è proprio una proposta poco rispettosa di chi vive sopra, sotto, vicino i suddetti locali. Il diritto al riposo è, appunto, un diritto» attacca il consigliere Alessandro dem Giungi. E il suo commento incassa un «mi piace» convinto da Anita Sonego, capogruppo della Sinistra x Pisapia».
Un altro consigliere Pd, David Gentili, pubblica su Facebook la pagina di un quotidiano che titola sulla rivolta dei residenti contro la movida non stop e affonda: «D'Alfonso, come al solito, riesce a scontentare tutti, commercianti e residenti. Ci vuole una grande capacità. Io sono proprio stufo». Si allinea Rosario Pantaleo. E stufi, nel Pd e in Sel, nei corridoi del Palazzo sono molti più di quanti lo dichiarano pubblicamente.
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