Movida, ora i comitati denunciano il sindaco

Una denuncia per omissione di atti di ufficio contro Giuliano Pisapia. È quanto sta pensando di fare il presidente del Comitato Pro Arco Sempione, una delle zone calde della movida. Il motivo? Mancata tutela della salute dei cittadini.
Non è piaciuta per niente ai residenti dei quartieri bollenti delle «notti da bere» l'intenzione dell'assessore al Commercio Franco d'Alfonso di non rinnovare le ordinanze, in scadenza il 10 novembre, in vista dell'approvazione in tempi stretti del regolamento per la disciplina dei locali in città. O meglio nel tentativo di costringere i consiglieri a licenziare il regolamento velocemente. Non hanno gradito però l'idea nemmeno i colleghi dell'assessore, sindaco in testa, che in giunta venerdì hanno sollevato più di una perplessità sulla strategia di D'Alfonso. L'idea della squadra arancione, infatti, sarebbe quella di prorogare le ordinanze anti-movida fino all'approvazione del nuovo regolamento.
Chi vive la movida selvaggia sulla propria pelle non l'ha presa bene: Franco Spirito, presidente del comitato Pro Arco Sempione sta pensando di portare il sindaco in tribunale denunciandolo per omissione di atti di ufficio, ovvero mancata tutela della salute dei cittadini. Le parole di D'Alfonso sono state lette come una provocazione: «Ma come?! - sbotta Franco Spirito - ci lamentiamo che le ordinanze non sono sufficienti e il Comune parla di deregulation?! È una follia, qui non si vive più. E non è vero che la liberalizzazione non consente di regolamentare le aperture dei locali, anzi». Palazzo Marino punta a far approvare dal consiglio il «Regolamento per la disciplina dei locali». «Ma non c'entra niente, da agosto ad oggi - continua Spirito - tra corso Sempione, piazza Sempione e via Bertani stanno aprendo già cinque locali, come se non ce ne fossero abbastanza».
Stessa reazione al Ticinese, dove i residenti sono pronti a occupare il quartiere. «Tutti in strada - grida Ana Brala, portavoce del Comitato Ticinese - qui non si vive più, ci sono troppi locali e il Comune cosa fa? Ci lascia in balia della movida. È possibile che la giunta si lavi le mani così del problema? Il sindaco ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini». Loro sono pronti a scendere in strada e occupare il quartiere. «Il Comune ci dà il ben servito non rinnovando le ordinanze? Bene, noi occupiamo le strade e il suolo pubblico, che sarà anche della movida ma appartiene anche a noi cittadini» la risposta di Brala.
«Il Comune ragiona la contrario - sbotta Gabriella Valassina del comitato dei Navigli - il problema delle ordinanze e della loro scadenza avrebbe dovuto essere discusso prima e con i cittadini. Non così da un momento all'altro. Cosa ci aspetta? L'anarchia totale?».


Il clima è bollente, i cittadini dei comitati delle zone «hot» del divertimento notturno - colonne Ticinese, Navigli, Arco della Pace, Como-Garibaldi - si sono dati appuntamento per metà settimana per organizzare la protesta.

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