Leggi il settimanale

Multato il ciclista irregolare E il vicesindaco sgrida i vigili

Sanzionato un uomo che stava pedalando sul marciapiede. De Cesaris attacca i ghisa: "Pensino alle auto in doppia fila"

Multato il ciclista irregolare E il vicesindaco sgrida i vigili

Ci è ricascata. Nei corridoi di Palazzo Marino la battuta è ricorrente: il vicesindaco si è messo in testa di comandare pure i vigili. A marzo il capo della polizia municipale Tullio Mastrangelo si era messo improvvisamente in ferie, a due mesi da Expo. Pare che avesse pronta addirittura la lettera di dimissioni dopo un accesa lite (via mail) con Ada Lucia De Cesaris, che lo aveva coperto di insulti per la multa che un agente aveva affibbiato a un disabile, caso finito sui giornali. Un'intromissione mal digerita da Mastrangelo, che era pronto ad andarsene. I mediatori sono riusciti a convincerlo a prendere solo una pausa. Questa volta però, il vicesindaco si è intromesso nel lavoro di due vigilesse, attirandosi critiche non solo dall'opposizione ma anche da consiglieri del Pd.

Il caso risale al 5 maggio ma il sindacato Sulpm ha resa nota solo due giorni fa la vicenda, con una nota. Quel giorno si teneva una cerimonia piuttosto affollata alla Caserma Teuliè, erano presenti diversi rappresentanti istituzionali. Due vigilesse erano in servizio per garantire la viabilità e l'accesso in sicurezza degli ospiti. Hanno fermato un ciclista che stava transitando sul marciapiede a una certa velocità, mettendo in pericolo i pedoni. L'uomo, un fattorino di origine straniera, «non ha neanche protestato, evidentemente ha capito di aver fatto una manovra fuorilegge, era pronto a pagare la sanzione» riferisce Daniele Vincini del Sulpm.

Ma il vicesindaco, con la fascia tricolore, «si è intromesso per domandare alle vigilesse come mai lo avessero fermato, le ha criticate vivacemente davanti ai numerosi presenti e ha fatto presente che avrebbero dovuto multare le auto in doppia fila in corso Italia invece di prendersela con il lavoratore in bici». Secondo il Sulpm «ha travalicato il proprio ruolo, non può contrastare in alcun modo l'attività d'ufficio degli agenti, difendendo peraltro una situazione di illegalità: pedalare sul marciapiede genera pericolo per i pedoni ed è vietato. Il suo comportamento va censurato nelle opportune sedi, e ricordiamo a De Cesaris che i ciclisti non sono i padroni assoluti delle strade ma devono rispettare le regole come tutti». Una stoccata infilata non a caso, la giunta è paladina del movimento su due ruote.

Le vigilesse «mortificate si sono allontanate senza neanche compilare la multa alla fine, una poco dopo è pure caduta dalla bici, forse per l'agitazione, per cui ora è a casa in infortunio. Fare le multe è impopolare e ci pensano già i milanesi a denigrare la nostra categoria, ora ci si mette anche la giunta? Non o accettiamo» conclude il sindacato.

A censurare l'invasione di campo del vicesindaco - perchè tale è stata, abbia o non abbia avuto effetto il suo intervento sulla consegna del verbale - ieri pomeriggio in aula non sono stati solo i consiglieri del centrodestra ma anche il presidente Pd della Commissione sicurezza, Gabriele Ghezzi. Ha provato a gettare acqua sul fuoco l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli: «Bene fanno i vigili a sanzionare i comportamenti irregolari dei ciclisti e degli automobilisti - ha scritto in un intervento su Facebook -, anzi in diverse occasioni ho dato indicazioni alla polizia locale di sanzionare soprattutto i comportamenti che creano più pericolo, come le doppie file e chi in bici va a folle velocità nelle zone pedonali. Quindi bene quei vigili che sanzionano e nel sanzionare mettono in campo queste priorità per la sicurezza stradale». Ammette di non conoscere l'episodio ma «ritengo che la vice non abbia fatto annullare nessuna multa e forse ha interloquito con l'agente per indicare alcune priorità utili alla città». Un colpo al cerchio e uno alla botte.

Il vicesindaco non ha voluto gonfiare il caso. Su Twitter si è limitata a sollevare il dubbio: «É andata proprio così?. E ha aggiunto che «cercare di capire è cosa diversa dall'usare il proprio potere, non l'ho mai fatto e non lo farò mai».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica