Michelangelo Bonessa
La nuova Biblioteca nazionale di Riga o l'auditorium di Renzo Piano all'Aquila sono solo due esempi per raccontare la lunga storia della Ivm Chemicals, leader italiano nella produzione di vernici per legno. Un'azienda che nel 2016 ha festeggiato un nuovo traguardo, la presenza in cento nazioni che la rende una multinazionale «tascabile». Filiera italiana, prodotto al passo con i tempi anche dal punto di vista ambientale, zero ore di cassa integrazione, investimenti in ricerca, l'impresa non sembra proprio quella tipica descritta da questi anni di crisi.
Storia che sta spostando ancora più in là gli orizzonti di questa società: «La spinta a investire molto all'estero, che fa parte da sempre del nostro Gruppo, non ci ha mai indotto a trasferire il cuore pulsante dell'attività in Paesi diversi dall'Italia, dove vogliamo rimanere e dove tutt'ora abbiamo il nostro principale polo produttivo commenta Federica Teso, vice presidente del Gruppo Il superamento dei cento Paesi nel 2016 è un grande traguardo che spinge a guardare oltre, con le caratteristiche che da sempre ci distinguono, prima di tutto l'attenzione alla sostenibilità e alla sicurezza».
Questa azienda è spinta verso l'ottimismo anche da «un fatturato annuo di 330 milioni di euro e un polo produttivo di 6.150 mila metri quadri in provincia di Pavia». Proprio l'impianto è uno dei vanti: si tratta di uno stabilimento chimico a emissioni zero con una capacità produttiva potenziale di 200mila t/y, che si sviluppa su 150mila metri quadri e che produce e distribuisce in tutto il mondo vernici per legno senza alcun impatto per l'ambiente. Quella ambientale è una delle questioni su cui la Ivm Chemicals tiene molto alta l'attenzione: «Tutte le fasi che caratterizzano il processo di produzione sono gestite in automatico e con l'impiego di cicli chiusi, vale a dire che non viene mai immessa in atmosfera aria sporca, o comunque inquinata, in nessun momento - precisano dall'azienda - Anche la fase di confezionamento che segue e completa il ciclo produttivo, durante il quale i prodotti vengono confezionati in barattoli, fusti, bottiglie e qualsivoglia idoneo contenitore, avviene in totale assenza di emissioni in ambiente - concludono - non potendo realizzare cicli chiusi, per evidenti motivi, tutta l'aria derivante dal processo di confezionamento viene intercettata e, con l'impiego di un sofisticato impianto criogenico, ripulita così da poterla rilasciare poi nell'ambiente completamente priva di sostanze inquinanti».
La società guidata da Adriano e Federica Teso è anche orgogliosa della gestione del personale, 1.200 dipendenti di cui 200 ricercatori e tecnici: «L'azienda non ha mai fatto una sola ora di cassa integrazione e molta gente inizia la carriera in Ivm per restarci tutta la vita - spiegano i responsabili - Solitamente i capi reparto sono sui 50 anni, ma nella produzione e nei laboratori ci sono anche molti giovani. Sul commerciale, vista l'esperienza necessaria per promuovere i nostri prodotti gli under 30 sono invece pochi».
E gli investimenti in ricerca hanno percentuali da far invidia a molte realtà: 8 per cento del fatturato concentrato soprattutto sugli aspetti di sostenibilità del prodotto e che per i prossimi anni significano 50 milioni di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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