Quel Museo dei bambini nella "capitale dei single"

La Fondazione fa il bilancio tra mostre e laboratori didattici. "Si può fare di più, ma servirebbero risorse"

Quel Museo dei bambini nella "capitale dei single"

Chi ha bambini in quella che è stata ribattezzata la capitale dei single, sa perfettamente quanto la domanda di intrattenimento «educativo» sia superiore all'offerta. La riprova sta nel fatto che le poche iniziative di livello - tra laboratori didattici sia indoor che outdoor, attività artistico-teatrali e cascine didattiche - sono quasi sempre sold out. La punta di diamante del panorama «kids», in città è costituito dal MUBA, il Museo dei bambini alla Rotonda della Besana che proprio in questi giorni celebra i tre anni di attività. Aperto in settimana alle scuole e nel weekend alle famiglie, il Muba ospita per tutto l'anno mostre dedicate ai bambini, 15 in totale fino ad oggi, l'ultima appena inaugurata e intitolata «Colore. Giocare con la luce alla scoperta del colore». A parte le mostre, la Fondazione costituitasi nel 2007 e presieduta da Elena Dondina - che ha una convenzione c opl Comune di otto anni più sei - propone laboratori e percorsi interattivi improntati sulla multisensorialità, sulla lezione di Bruno Munari il cui motto era: «un bambino creativo è un bambino più felice».

E proprio in nome della multisensorialità, il Muba si apre sovente anche ai festival «dei grandi» come l'attuale «Photo Week» (laboratorio per bambini con il fotografo Paolo Ventura) o Pianocity con laboratori ad hoc come «Musica in scatola». Nei giorni scorsi, alla presentazione del bilancio triennale erano presenti anche il sindaco Beppe Sala e l'assessore Filippo Del Corno che hanno raccolto l'eredità di quella che fu un'intuizione di Stefano Boeri. «Ora il Muba, insieme a noi, può fare un passo in più - ha detto Sala - rendendo sempre più incisiva la sua l'essenza nei quartieri». E proprio un passo in più è quello che si aspettano le famiglie da un progetto che però poggia le proprie forze per il 40 per cento sulla biglietteria e per il resto sugli sponsor privati, Fondazione Cariplo e FILA in testa, con un fatturato di 1.200 mila euro annuali e 700mila euro di spese fisse, compreso l'affitto al Comune di 93mila euro. «La produzione delle mostre è onerosa e non possiamo permetterci una grande rotazione» dice la Dondina che ha appena chiuso il progetto interattivo «Vietato non toccare» dedicato ai bambini dai 2 ai 6 anni durato quasi un anno e mezzo. La scarsa rotazione dei progetti è il principale punto debole del Muba che tuttavia conta 120mila visitatori all'anno. «Le famiglie che frequentano una mostra-gioco difficilmente ritornano ma la domanda totale è talmente alta che i laboratori alla fine sono sempre pieni». Un caso su tutti è il «Didòlab» (laboratorio di pongo) che ha luogo un solo weekend al mese per massimo 50 posti e che risulta quasi imprenotabile. «Con le nostre risorse non possiamo fare di più, salvo collaborazioni già in corso con altre associazioni dedicate ai bambini».

Chi certamente potrebbe fare di più è il Comune che, a fronte dell'incasso dell'affitto, potrebbe almeno rendere dignitoso il giardino e il relativo

decadente parco giochi. «Se ce lo dessero in gestione potremmo trovare uno sponsor e rinnovarlo - dice la Dondina - ma è una questione che compete all'Assessorato». Lo stesso che si occupa poco e male dei parchi cittadini.

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