Mimmo di MarzioMeglio un uovo oggi che una gallina domani, recita un vecchio e saggio proverbio. E il nuovo direttore generale del polo museale James Bradburne, insediato da 100 giorni, era la ventata di entusiasmo che serviva per cominciare a fare i primi passi concreti «che facciano re-innamorare i milanesi di Brera». Senza voli pindarici, ma cominciando con i fatti: dalle panchine del cortile alle didascalie delle opere.Direttore, la Grande Brera, così come ce l'avevano decantata in questi anni, possiamo archiviarla?«Al contrario. Ma dobbiamo intenderci sui termini. Per me la Grande Brera non è un elefantiaco progetto immobiliare ma, com'era nelle intenzioni del grande sovrintendente Franco Russoli, un grande polo culturale che contamini il quartiere, la città. Questo polo non è solo la Pinacoteca, ma un circuito virtuoso che passa dalla Biblioteca Braidense, dall'Orto Botanico, dall'Osservatorio Astronomico, dall'Accademia».Dunque, è ufficiale, l'Accademia resterà dov'è?«Spostarla sarebbe un delitto, perchè gli studenti sono gli artisti contemporanei del domani e il visitatore qui ha l'occasione unica di entrare in contatto con loro e al contempo con i grandi artisti che erano contemporanei nel Rinascimento, da Raffaello a Mantegna».Sì però gli spazi sono quelli che sono, sia per quanto riguarda la Pinacoteca sia per l'Accademia. Nel suo mandato come pensa di ottimizzarli? «Nel mio programma illustro una serie di punti tra cui c'è il pieno recupero di Palazzo Citterio che, nel 2018, ospiterà le grandi collezioni Jesi e Vitali. Solo questa opportunità permetterà di liberare tre o quattro grandi sale della Pinacoteca. Per l'Accademia, che ha bisogno di nuove aule per i suoi 4000 studenti, la soluzione c'è su un piatto d'argento: la riqualificazione del palazzo di via Brera 19, che è a pochi metri dalla sede centrale».Per fare le cose occorrono i fondi e Brera, finalmente, ha un conto corrente. Come pensa di rimpinguarlo?«I soldi, senza le buone idee, non servono a nulla e le assicuro che per i progetti che ho messo in cantiere non occorrono cifre esorbitanti. Ad esempio: riqualificheremo l'accesso di via Fiori Oscuri creando un viale delle scienze che conduca il visitatore fino all'Orto Botanico. Serve un milione e mezzo. Per Palazzo Citterio ne occorrono due. Pensa che non sia in grado di trovarli?...»E la collezione come pensa di valorizzarla? Certi capolavori si fa quasi fatica a vederli.«È vero, a Brera ci sono troppe opere importanti, ne basterebbe una per fare un museo negli Usa. Scherzi a parte, la mia grande sfida sarà contestualizzarle al pubblico con dei percorsi narrativi e interattivi, didascalie degne di questo nome e illuminazioni adeguate a un museo moderno». E di mostre tematiche ne farete?«Guardi, io sono contrario alle mostre blockbuster che, in tutto il mondo, cannibalizzano le collezioni museali.
Questo non vuol dire proporre una collezione ingessata, ma creare dialoghi che la rendano viva e dinamica, anche ospitando capolavori da musei internazionali. Niente mostre, quindi, per i prossimi tre anni che saranno dedicati al riallestimento; e per lo stesso periodo, trenta opere non si muoveranno da Brera per nessuna ragione al mondo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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