
Non solo contestava la diagnosi «fatta da una donna», non ammetteva neanche che lei potesse parlargli da pari a pari: «Sei una donna, abbassa lo sguardo quando parli con me» gli ha intimato.
Così, una normale visita al Pronto soccorso di Saronno si è trasformata in un caso, su cui sono intervenuti l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, il segretario regionale della Lega Paolo Grimoldi e anche gli Amici della Polizia penitenziaria, che hanno definito l'episodio «sintomatico». In effetti i precedenti che fanno pensare a una preoccupante diffusione della misoginìa non mancano, basti pensare al pakistano che pochi giorni fa a Lentate sul Seveso ha insultato una vigilessa, apostrofandola così: «Sei una donna e non puoi darmi ordini». O al marocchino di 23 che - dopo aver chiamato l'ambulanza per la moglie incinta - le ha impedito di salire a bordo perché il personale era formato da soli uomini.
L'episodio accaduto pochi giorni fa all'ospedale di Saronno è solo l'ultimo e lo ha raccontato La Prealpina: un giovane islamico, in compagnia della moglie ha accompagnato al Pronto soccorso la madre dolorante. Entrambe erano velate. La madre è stata visitata e le è stato somministrato un antidolorifico, quindi il personale le ha assegnato il codice verde. Queste cure, chissà perché, non hanno soddisfatto il figlio, che ho intimato all'infermiera di abbassare lo sguardo, comunicandole che contestava la diagnosi eseguita da una donna. Un agente di polizia locale lo ha subito fatto calmare ed è stata la madre dell'uomo a scusarsi con l'infermiera.
«Con queste premesse, è evidente che l'integralismo islamico non è compatibile con la nostra cultura democratica» ha commentato De Corato, mentre Grimoldi ha chiosato così: «Ecco l'integrazione di cui blatera la sinistra boldrianiana».