Ncd presenta la sua riforma: contrasti con Forza Italia e Carroccio

E siamo a tre. Dopo la riforma della sanità proposta dalla Lega e quella di Forza Italia, nel centrodestra arriva anche il piano firmato Ndc. E non si può proprio dire che i testi siano sovrapponibili, anzi.

I nodi da sciogliere sono tutt'altro che sfumature, tanto che le bozze della riforma sembrano la fotocopia esatta delle bagarre politiche in atto.

Entro giugno bisognerà comunque trovare la quadra del cerchio, mettere d'accordo tre partiti e scrivere un testo unico. Nelle dichiarazioni tutti, da Forza Italia al Nuovo centro destra, sono ottimisti: «Ce la faremo». Però nei fatti i terreni di scontro - per la verità non tantissimi - sono tosti. Forza Italia vuole eliminare le Asl e aprire un'agenzia unica della tutela della salute, Ncd no, punta solo a ridurle da 15 a otto. Entrambi mirano a tagliare le poltrone ma non le stesse: Fi ne eliminerebbe una sessantina, più 70 revisori dei conti. Ndc andrebbe a sfoltire anche quello che definisce «il sottobosco di sotto-direzioni disseminato sul territorio». Terreno di scontro ben minato anche sulla proposta leghista di creare un consorzio dei farmaci lombardo e posizioni da chiarire sull'albo dei manager della sanità. Se ne verrà realmente creato uno nazionale, allora qualsiasi graduatoria lombarda perderà si significato, con il rischio di scrivere una riforma anti costituzionale. Da declinare con più uniformità anche i rapporti tra pubblico e privato. Tutto sommato uguale la linea sulla creazione di un unico assessorato al Welfare, che accorpi aspetti sanitari e sociali. Ma la sede per crearlo non è la riforma.

La bozza scritta dal Nuovo centro destra - e nata con la benedizione del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin - punta su due cardini, a cominciare dall'applicazione del fattore famiglia a ogni voce della sanità. «Si deve tener conto - spiega il consigliere Ncd Stefano Carugo - non solo del reddito ma anche della presenza nella famiglia di più figli, di anziani o di disabili». Altro jolly della proposta del nuovo centro destra è il modello assicurativo, una specie di Inps padano che punti sulla previdenza complementare.

«Si tratta - tengono a precisare il coordinatore lombardo di Ncd Alessandro Colucci, e il capogruppo in Regione Luca Del Gobbo - di aggiornare, rispetto alle sfide attuali, un sistema che funziona e che è sempre rimasto nei budget».

Carugo lancia un appello al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni perché «chiuda la maggioranza in una stanza e decida per un testo unico prima che si arrivi in commissione e in aula. Non vogliamo che siano gli uffici a fare la sintesi delle proposte ma la politica».

Anche la Lega sembra ben disposta a lasciare da parte le battaglie politiche: «Sarebbe un suicidio - spiega Fabio Rizzi, commissione Sanità - andare a mischiare una politica nazionale controversa con una politica regionale che funziona. Il cinema della politica lasci spazio alla sostanza». «Dobbiamo saper prendere il meglio da ogni proposta - incalza il consigliere di Forza Italia, Fabio Altitonante - Troveremo di sicuro una mediazione. Il tavolo di maggioranza presieduto da Maroni è la garanzia per una mediazione».

Le dichiarazioni di intenti sono buone e non bellicose, si vedrà nei fatti. Ci sono cinque mesi scarsi di tempo per dimostrare al Pd (autore della quarta bozza) che il confronto in atto non degenererà «in una Babele», come pronosticano i consiglieri Carlo Borghetti e Sara Valmaggi.

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