Nel Pdl un esercito di 30 eletti Ed è «derby» a chi pesa di più

Nel Pdl un esercito di 30 eletti Ed è «derby» a chi pesa di più

La facce nuove a Roma saranno quelle dei grillini. Il Pdl va sul sicuro e schiera i veterani sia alla Camera (14 eletti) sia al Senato (16 eletti). Chi parte dalla Lombardia per la Capitale lo fa con una valigia stracolma di consensi.
Nella conta di chi entra e di chi resta fuori, un dato è assolutamente chiaro: i pidiellini lombardi hanno fatto il pieno e in regione il centrodestra ha scavalcato Pd e compagni in varie circoscrizioni. Al Senato vince e alla Camera, pur lasciando il primato al Pd (grazie al premio di maggioranza), non rinuncia alle sorpresa. Ad esempio, nella circoscrizione Lombardia 3 (Pavia, Lodi, Cremona, Mantova) il partito di Berlusconi è quello che, da solo, ha raccolto il maggior numero di consensi: 21,77%. La coalizione di centrodestra ha ottenuto il 34,67% dei voti. Da qui arrivano i big: Daniela Santanché, la pasionaria a cui assegnare il pallone d'oro del «derby» lombardo, e Paolo Alli, il fedelissimo di Formigoni per la prima volta a Montecitorio. Nella circoscrizione Lombardia 2 (Brescia, Bergamo, Como, Lecco, Varese, Sondrio), il centrodestra ottiene addirittura il 40,10% dei voti. Il Pdl si attesta al 20,57%, la Lega al 17,55%. Il centrosinistra si ferma invece al 23%. Entrano alla Camera l'ex ministro Mariastella Gelmini e il deputato Gregorio Fontana, seguiti da Antonio Palmieri, Laura Ravetto, Raffaello Vignali, Antonio Angelucci, Giuseppe Romele. Per la Lega entrano Umberto Bossi e Giancarlo Giorgetti.
Il centrodestra vince di poco, invece, nella circoscrizione Lombardia 1 (Milano-Monza-Brianza): ottiene il 31,34% contro il 30,34% del centrosinistra. Il Pdl raccoglie il 20,66% e la Lega l'8,67%. Il Pd si attesta al 27,65%. I cinque pidiellini in partenza per Roma sono Maurizio Lupi, Luigi Casero, Elena Centemero, Maurizio Bernardo e Luca Squeri. La Lega manda a Roma Matteo Salvini. I primi dei non eletti in casa Pdl sono: Mariella Bocciardo, Maurizio Del Tenno e Dario Invernizzi. E poi ci sono i senatori: tra questi anche l'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che lascia l'ufficio del Pirellone per sedere tra i banchi di palazzo Madama. Accanto a lui ci saranno Sandro Bondi, Paolo Bonaiuti, Mario Mantovani, Paolo Romani, Giacomo Caliendo, mister Euronics Paolo Galimberti, Andrea Mandelli, Alfredo Messina, Salvatore Sciascia, Francesco Colucci, Antonio Verro, Riccardo Conti, Giancarlo Serafini e Lucio Barani.
Dando un'occhiata agli altri partiti, non mancano i colpi di scena. Tra i grandi esclusi dalla partita romana per il Parlamento c'è Riccardo De Corato, candidato per Fratelli d'Italia, in pista dal 1994. Per la prima volta non è stato eletto ma spera almeno di consolarsi in Regione. Tra i primi esclusi del partito di Ignazio La Russa c'è Massimo Corsaro. Debacle per gli amici del sindaco Giuliano Pisapia: Bruno Tabacci che, dopo la missione da assessore al Bilancio, sperava in un appoggio lombardo, non ha ottenuto il successo sperato. Maria Grazia Guida, che con lui si è dimessa da vicesindaco per candidarsi come capolista del Centro democratico, resterà a Milano. Non ce la fanno nemmeno Giorgio Gori e Luigi Vimercati, fratello di Giordano Vimercati, già braccio destro di Filippo Penati. Fermo ai blocchi di partenza anche Maurizio Baruffi, capo di gabinetto del sindaco Pisapia. In Parlamento entra invece Daniele Farina per Sel. Gabriele Albertini, schierato con Monti, fa i conti con la sua prima sconfitta elettorale.

Ma, pur non avendo fatto il botto, si assicura un posto in Senato a fianco di Pietro Ichino e Mario Mauro e Benedetto Della Vedova. Il Pd porta a Roma Massimo Mucchetti e Franco Mirabelli. La Lega sarà rappresentata a Palazzo Madama da Roberto Calderoli e Giulio Tremonti.

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