Coronavirus

Neuro Covid, oltre 600mila lombardi depressi. Con la pandemia aumentati del 25 per cento

Stanchezza e difficoltà cognitiva tra i sintomi. Cresce l'uso di psicofarmaci

Neuro Covid, oltre 600mila lombardi depressi. Con la pandemia aumentati del 25 per cento

Sono oltre 600mila i lombardi che soffrono di depressione, cifra aumentata del 25 per cento in tutto il Paese, Lombardia compresa, all'indomani della pandemia, mentre più del 40 per cento dei soggetti che già riportavano sintomi depressivi ha registrato un peggioramento. «Tutte le rilevazioni effettuate nei mesi della pandemia indicano un peggioramento della salute mentale degli italiani dovuto in gran parte proprio all'incremento dell'incidenza della depressione, in tutte le sue sfumature di gravità e persistenza - spiega Claudio Mencacci, direttore emerito Neuroscienze Salute Mentale Asst FBF-Sacco e Co-Presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia -. L'impoverimento e la crisi economica mettono in pericolo soprattutto le persone più vulnerabili dal punto di vista socio-economico, come chi ha redditi al di sotto dei 15mila euro e i disoccupati, fra cui il rischio di depressione è triplo. Sono ad alto rischio anche gli operatori sanitari, gli adolescenti, i lavoratori più minacciati dalla crisi; incidono poi l'isolamento sociale, la paura del contagio e aver perso un congiunto a causa della malattia, tanto che si stima che almeno il 10 per cento di chi ha avuto un lutto familiare a causa di Covid andrà incontro a un episodio depressivo maggiore nei mesi successivi».

I principali sintomi che caratterizzano l'insorgere di questa patologia spiega Danilo Rigamonti, responsabile U.O. Riabilitazione Psichiatrica e Psicorganicità del Centro Sacro Cuore di Gesù - Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro sono la «riduzione del tono dell'umore, inteso come la modalità emotivo - affettiva con cui viene vissuta un'esperienza, che non va confusa con la tristezza o la demoralizzazione». I sintomi iniziali sono anche la perdita di interessi e di piacere, il senso di inadeguatezza, l'autosvalutazione eccessiva, la sensazione di sentirsi inutili, inappetenza, disturbi del sonno, più frequentemente insonnia, ma anche eccesso di sonno, rallentamento psicomotorio, calo del desiderio sessuale, ridotta capacità di pensare e concentrarsi, pensieri di morte. Spesso i familiari notano il ritiro sociale o il rifiuto di occupazioni piacevoli.

Per quanto riguarda i sintomi psichici «è stata descritta una categoria diagnostica denominata Neurocovid, che si manifesta con prevalenti disturbi neurologici - racconta Rigamonti -. Si descrive anche la cosiddetta brain fog, cioè nebbia mentale o cognitiva, per definire la condizione che si presenta come una sorta di minore efficienza mentale, stanchezza e difficoltà cognitiva. Anche il consumo di psicofarmaci sembra essere aumentato in seguito alla pandemia e molte persone hanno dovuto ricorrere a cure psichiatriche per la prima volta».

I costi sanitari diretti dovuti alla diagnosi, alle terapie, alla riabilitazione, all'assistenza e alla prevenzione di ricadute nel lungo termine sono consistenti.

Il costo medio diretto per ogni paziente con depressione maggiore supera i 2600 euro l'anno, tuttavia i costi più rilevanti sono quelli indiretti connessi alla perdita di produttività lavorativa, all'assistenza, alla mortalità prematura associata al maggior rischio di suicidio.

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