Niente bilancio per tre mesi Il Pdl: «Ci prendono in giro»

Niente bilancio per tre mesi Il Pdl: «Ci prendono in giro»

«Una manovra virtuale? Qui virtuali rischiano di rimanere le grandi opere, le manutenzioni stradali e scolastiche. Quando partiranno se teniamo il Bilancio in sospeso fino a settembre?». Il capogruppo del Pdl Alan Rizzi esce dal confronto con l'assessore al Bilancio sulla manovra 2013 del Comune «molto, molto preoccupato». La strategia studiata dal sindaco Pisapia prevede l'approvazione in giunta entro il 3 giugno solo di uno schema di Bilancio con i conti in equilibrio. Il buco che partiva due mesi fa da 437 milioni si è ridotto a 231 e sarà coperto dall'aumento di Irpef, Imu prima casa e tariffe. Ma il documento non andrà in aula fino a che il governo non approverà (entro il 31 agosto) la nuova normativa fiscale sulla casa e - si spera - la deroga al Patto di stabilità per la Milano dell'Expo. «Giusto chiedere che l'Imu rimanga tutta ai Comuni e una legge speciale per Expo, il centrodestra ha già depositato due mozioni in aula - ricorda Rizzi -. Ma non si può procedere con le spese contingentate rinviando solo il problema a settembre e paralizzando manutenzioni e opere». La maggioranza «ci ha ancora una volta presi in giro - attacca -: ad oggi non c'è alcun bilancio. La sinistra si nasconde dietro la scusa della riforma Imu annunciata dal governo, ma i 437 milioni di buco c'erano già a inizio anno, con il governo Monti e quando l'imposta sugli immobili non era ancora in discussione. É figlio di due anni di amministrazione Pisapia, di uno spaventoso aumento della spesa corrente». É «illusorio e truffaldino - aggiunge - sperare ora che il governo possa togliere le castagne dal fuoco. Giocare a scaricare sull'esecutivo responsabilità proprie sposta il problema di qualche mese ed è da irresponsabili». Il Comune, aggiungono i consiglieri Pdl Fabrizio De Pasquale e Matteo Forte, «presenti il suo piano, poi ci sarà tutto il tempo per eventuali aggiustamenti sulla base delle scelte nazionali». Per il capogruppo di Fdi Riccardo De Corato «nel caos totale che questa giunta sta creando sui conti, l'unica certezza è che la stangata ricadrà per il terzo anno sui milanesi. Pisapia gioca allo scaricabarile». Quello della Lega Alessandro Morelli provoca: «Condividiamo la battaglia se la giunta ci dice chiaramente come verranno spese le risorse: a chiedere deroghe a Roma perchè il Comune possa usare i soldi dei milanesi per accogliere i rom, non ci stiamo di certo».
Critiche anche dai sindacati, inviatati ieri a Palazzo Marino. Graziano Gorla (Cgil), Walter Galbusera (Uil) e Danilo Galvagni (Cisl) hanno preso atto della strategia sul congelamento della manovra, ma stando così il Bilancio «non siamo d'accordo su risparmi ottenuto tagliando servizi ai cittadini e aumentando l'Irpef in maniera così iniqua.

Abbassare la soglia a 15mila euro può essere una scelta comprensibile in una città operaia come Torino, non a Milano. É una scelta politica-economica che non tiene conto del nostro tessuto sociale: era già troppo bassa l'esenzione a 33.500 euro di reddito».

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