Niente fotocopie, solo «copia e incolla» E il piano per perder tempo è lo stesso

La prima seduta notturna sulla riforma della sanità è durata fino a mezzanotte e quaranta. E nemmeno si doveva votare. Mai accaduto nella storia del Pirellone. Lunedì sera i lavori sono andati avanti ad oltranza. E forse un po' di più.

Alle 23,30, Umberto Ambrosoli (Patto civico) ha dichiarato: «Il mio intervento durerà oltre un'ora. Propongo di sospendere la seduta e di parlare domani». I Cinque stelle si sono impuntati: «No, proseguiamo». Una maratona che, al primo giorno di discussione, ha messo alla prova i 66 consiglieri presenti in aula (solo in 14 se ne sono andati a letto). Questo la dice lunga sul clima che c'è in Regione. Un muro contro muro che, fin dalle prime battute, si preannuncia tutt'altro che morbido. Il centrosinistra ha presentato altri 2.400 sub emendamenti da discutere in aula, in caso decadessero i pacchetti di quelli già depositati. Obbiettivo è: perdere tempo, il più possibile, per convincere la maggioranza a tornare in commissione e riprendere da lì la discussione sulla riforma. La cara, vecchia e collaudata strategia del filibustering , affinata negli anni da politici e dirigenti di partito.

Stampare i 20mila ordini del giorno ed emedamenti vorrebbe dire utilizzare 1,2 milioni di fogli per le fotocopie. Tanto che è stato deciso di rendere consultabili i provvedimenti solo on line. Siamo andati a dare un'occhiata a questa infinita mole di richieste, ben più consistente del testo della riforma stessa. E, come tradizione vuole, le proposte reali e sensate, sono al massimo una ventina. Tutto il resto è fuffa perditempo, frutto di lavori di fantasia e di testi «copia e incolla». Ben 1.546 ordini del giorno (tanti quanti i comuni lombardi) chiedono, città per città, di rafforzare il pronto soccorso per i bambini. Altri 1.546 chiedono che ogni ospedale si doti di farmaci contro l'Alzheimer. E via dicendo. I consiglieri che illustreranno i provvedimenti potranno parlare per 5 minuti a documento: significa oltre cento sedute di Consiglio. Altra furbata per rafforzare il piano ostruzionistico: chiedere la soppressione di un aggettivo dal testo dell'articolo o la sostituzione di una parola con un'altra (purché non sia un sinonimo, in questo caso l'emendamento verrebbe annullato). Trucchetti collaudati da anni ed anni di sedute consigliari. E tra i banchi c'è chi ricorda ancora la discussione della scorsa riforma alla sanità, 18 anni fa. Stessi escamotage perditempo per tentare di bloccare la sanità formigoniana. Con un'unica differenza: oggi gli emendamenti sono tutti on line.

All'epoca venivano stampati e trasportati su una serie di carrelli da via Ugo Bassi, la allora sede del Consiglio, al Pirellone. Per scriverli spesso bastava cambiare l'intestazione con la penna e fare una fotocopia. Oggi, se non altro, la tecnologia va in aiuto dei maghi dell'ostruzionismo.

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