Cronaca locale

Niente nuovi iper in Lombardia per 8 mesi

La Regione frena sulle nuove aperture. Sangalli: «Così si dà respiro al commercio». Ferretto: «Era ora»

Partita. Come anticipato la scorsa settimana da «Il Giornale», la moratoria per l’apertura in Lombardia di nuovi centri commerciali e ipermercati è scattata ieri e durerà fino al 31 marzo del prossimo anno. A darle il via immediato è stata la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Regionale della delibera approvata la scorsa settimana dalla giunta e promossa dall’assessore al commercio Franco Nicoli Cristiani, il quale ha pure annunciato che entro la fine di marzo 2006 sarà pronto il nuovo Piano del commercio che fisserà i limiti per l’apertura dei nuovi centri.
Limiti che nel piano attuale sono già stati abbondantemente superati, «a Milano del 120% - precisa Nicoli -, se si considerano le autorizzazioni già richieste, a Sondrio del 200%, a Bergamo del 90%, mentre Brescia è al limite». Troppe nuove costruzioni senza controllo, quindi, e anche «qualche speculazione edilizia». Da qui la decisione di 8 mesi di stop «che serviranno a realizzare un piano con più equilibrio fra la grande distribuzione e i piccoli negozi - ha aggiunto l’assessore -, perchè se si continuano a costruire centri commerciali nelle periferie si arriva a desertificare il centro, con quartieri che restano quasi senza negozi».
Insomma, anche nel 2006 si costruiranno nuovi supermarket, però le procedure saranno un po’ più rigide rispetto ad ora. «Al momento la regione si limitava a fare il notaio, e così ognuno ha fatto ciò che ha voluto». A dire il vero la parola moratoria non compare nella delibera ma, di fatto, le regole per aspirare alle licenze sono così restrittive che aprire nuovi ipermercati sarà difficilissimo.
«Lo stop alle nuove autorizzazioni della grande distribuzione costituisce un'iniziativa certamente importante, che va incontro alle nostre richieste e alla nostra idea di sviluppo della Lombardia», il commento di Carlo Sangalli, presidente dell'Unione del Commercio. «Una crescita diffusa - si legge nella nota - non più legata alla quantità, ma alla qualità. Con questo provvedimento inizia un percorso volto ad avere un commercio più vicino alle esigenze del territorio, salvaguardando così anche le tante attività che fanno vivere i centri urbani, i quartieri, le periferie, i piccoli paesi».
A plaudire alla moratoria pure la consigliera del gruppo misto Silvia Ferretto che, nel 2001, aveva presentato un progetto di legge che chiedeva proprio questo, mentre invece sono critici i Verdi, nonostante pure loro avessero presentato giorni fa un progetto di legge che invocava il blocco (anche per le domande pendenti) fino a dicembre 2006. «La Regione - secondo il capogruppo Monguzzi - ha approvato solo qualche criterio più restrittivo, troppo poco». «Altro che moratoria - sottolinea pure il ds Benigni - si sono definite solo le condizioni per costruire nuovi centri commerciali.

I limiti dovevano essere tassativi».

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