No ai libri gender a scuola Scoppia il caos in Regione

Tra risa e battute, passa la mozione leghista contro il volume sulla «principessa col pisello»

No ai libri gender a scuola Scoppia il caos in Regione

Zaff è un bambino che non vuole diventare né calciatore né re. Lui vuole fare la principessa. Con la gonna, i tacchi e i capelli lunghi. Questa la storia raccontata dall'ultimo libro gender in circolazione in parecchie scuole materne lombarde. Dopo lo scandalo di «Piccolo uovo», ora tocca alla storia di Zaff, «la principessa col pisello», come tengono a ribadire con chiarezza le due autrici Manuela Salvi e Francesca Cavallaro. «Un libro colorato e divertente» rilanciano i sostenitori della teoria gender. «Una follia - sostiene invece Massimiliano Romeo, Lega Nord - Innanzitutto perché devono essere i genitori i primi a educare i propri figli alla sessualità quando e come lo ritengono giusto. E poi perché le famiglie non sanno bene in cosa consistono i contenuti dei corsi gender nelle scuole. Danno il consenso in base a una sommaria descrizione o alla semplice enunciazione del titolo delle lezioni».

Da qui nasce la mozione anti gender approvata ieri nell'aula del Consiglio regionale da tutta la maggioranza di centrodestra. Di fatto si chiede al ministero di vigilare di più sui testi in circolazione nelle classi. E, non potendoli eliminare dalle librerie, si cerca di controllare la loro diffusione fra i banchi. Soprattutto dopo le numerose segnalazioni arrivate dai genitori di varie scuole materne della regione.

La Lega lancia anche un appello ai sindaci di tutti i comuni lombardi perché vietino la divulgazione di teorie gender nelle scuole. Un po' come ha fatto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che ha voluto il ritiro dei testi che educano a famiglie con due mamme o con due papà a maschi che vogliono diventare femmine e viceversa. «Non deve essere la scuola a spiegare ai bambini queste cose - interviene il consigliere Fdi Riccardo De Corato - È in corso un'operazione che svilisce la figura dell'uomo e della donna». Ncd chiede di rafforzare il ruolo della famiglia nell'educazione dei figli e suggerisce di mirare meglio la proposta dell'eliminazione dei testi: «La richiesta va inoltrata al ministero e all'Ufficio scolastico regionale, non può essere fatto direttamente» spiega il capogruppo Luca Del Gobbo. Il Pd, per voce di Sara Valmaggi, solleva un sospetto: «Sembra che il vero obbiettivo di questa polemica montata ad arte sia porre un limite a un percorso normativo in atto in Parlamento sull'approvazione delle coppie di fatto. È una polemica inutile e dannosa che si basa su premesse false». E i Cinque Stelle si uniscono alla crociata anti mozione e mettono in chiaro un concetto: «Non c'è nessun progetto gender nelle scuole - precisa Iolanda Nanni - Si sta facendo confusione tra la teoria gender e l'educazione alla cultura della diversità». «State facendo terrorismo psicologico» accusa la grillina Paola Macchi.

La dimostrazione della delicatezza del tema affrontato è la dichiarazione del presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo che ieri, all'inizio della discussione, ha richiamato i colleghi dell'aula a «non buttare in caciara il confronto» e ad evitare battute e risolini.

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