Cronaca locale

No ai vecchi presepi sì all'albero porno Il Natale diventa laico

No ai vecchi presepi sì all'albero porno Il Natale diventa laico

«Un successo il presepe a Palazzo Marino». E ora «le oltre 120mila presenze sono uno stimolo affinché questa sacra rappresentazione diventi un appuntamento stabile delle festività natalizie milanesi». Una bella notizia nei giorni in cui Papa Francesco è stato scelto dalla rivista Time come personaggio dell'anno perché grazie a lui l'umanità riscopre un assopito afflato alla spiritualità cattolica. Ma non solo. Peccato che il comunicato del Comune sia datato 8 gennaio 2010 e porti la firma di Massimiliano Orsatti, assessore leghista nell'era di Letizia Moratti. Echi di un passato già remoto ora che sindaco è l'avvocato Giuliano Pisapia, garante dei diritti di tutti dai centri sociali all'orgoglio gay. Perché ci ripetono che il Comune è la casa dei milanesi, ma così non si capisce perché dalla loro casa i milanesi debbano veder sloggiare Maria, Giuseppe e il bambin Gesù.
Nel salotto di Corso Como, invece, è arrivata la bella novità dell'albero di Natale blasfemo, quello addobbato con i sexy giocattoli che vibrano. Ora non è questione di essere bigotti perché a casa sua ognuno può far l'abete con quel che più gli piace (e a letto ancor di più), ma c'è da dubitare che sindaco e assessori abbiano messo i soffitta capanna e pastorelli per esibire in salotto vibratori e palline vaginali. Il problema è che quella in atto è una rivoluzione strisciante e silenziosa. Subdola, ma proprio per questo ancor più pericolosa: la rimozione di simboli e tradizioni della cristianità. Con i politici conniventi che si arrendono alla laicizzazione e dunque alla scristianizzazione delle nostre comunità. Un po' per incuria, molto per compiacere all'arrivo di nuove culture e nuove religioni che possono essere accettate, ma solo a patto che rispettino il nomos di chi li ospita e accoglie. E così con Pisapia dal chiostro del Comune è sparito quel presepio realizzato da un gruppo di artisti-artigiani di Varese con 40 statue di altezza tra i 125 e i 52 cm tra palme, ulivi e un laghetto con tanto di ruscello. In piazza Duomo, invece, è rimasto l'albero addobbato con i pacchi di un noto gruppo di spedizioni. Potere laico dello sponsor.
Ma da Milano Pisapia e il centrosinistra hanno fatto sloggiare anche la tradizionale mostra di presepi allestita in piazza Duomo dall'onlus Tazzinetta benefica. «Cinquant'anni di tradizione - denuncia il presidente Matteo Gildone - spazzati via. Prima di Pisapia tutti i sindaci venivano a inaugurare i 70 presepi arrivati da tutta Italia che venivano visitati da 60mila persone. Ora non ci danno nemmeno lo spazio perché serve per le bancarelle. Ma non si può sacrificare tutto al dio denaro». E oltre alla tradizione un modo per raccogliere 30mila euro con cui confezionare 930 pacchi al mese di alimenti e vestiti per le famiglie in difficoltà. «Il presepe - attacca Riccardo De Corato (FdI) - è stato bandito come un criminale. Pare che il Natale offenda gli stranieri e mettere Gesù Bambino non sia nel manuale del perfetto radical chic».

Un manuale che non usa il governatore Roberto Maroni che oggi inaugura la mostra dei presepi preziosi nel foyer dell'auditorium Testori a Palazzo Lombardia.

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