Il presidente della Regione attacca, il prefetto preferisce non rispondere. All'indomani degli attentati terroristici che hanno sconvolto tre continenti e causato la morte di decine di persone, di cui molti europei, Milano e l'italia fanno i conti con l'allarme terrorismo. E con le polemiche politiche.
Venerdì sera il prefetto Francesco Paolo Tronca ha convocato il comitato per l'Ordine e la sicurezza per «verificare l'opportunità di un ulteriore innalzamento dei livelli di sicurezza». Risultato? «È stata decisa la massima intensificazione delle misure di sicurezza presso gli obiettivi sensibili e del sistema generale di controllo del territorio di tutte le forze di polizia e dei militari impegnati in Strade sicure». Ma per qualcuno, come l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, non basta: «Il capo del governo tunisino ha deciso di chiudere 80 moschee: quando lo dice la Lega veniamo accusati di essere beceri razzisti. Bisogna prendere esempio da ciò che sta facendo il presidente tunisino e fare anche in Italia così».
A fare paura a Milano il bando per l'assegnazione dei luoghi di culto del Comune, che ha messo a disposizione tre aree, via Esterle (via Padova), Lampugnano (Palasharrp) e via Marignano (al confine con San Donato): sette i candidati - tra cui la Casa della Cultura islamica, il centro islamico di Segrate, il Caim, l'Istituto culturale islamico di viale Jenner - che hanno presentato i progetti per la realizzazione di moschee. E se la legge regionale «antimoschee» è stata impugnata dal governo davanti alla Corte Costituzionale, Palazzo Marino deve ancora assegnare gli spazi.
Inutile nascondere, per Fratelli d'Italia, l'aggravante degli arrivi, sempre a Milano, di centinaia di migranti, che spesso non vengono identificati: «Il pericolo di infiltrazioni di terroristi fra gli immigrati, la cui identificazione è spesso difficile, è ora più che mai concreto e reale. E, dopo gli attentati dell'estremismo jihadista, occorre massima allerta anche nei confronti degli autoctoni. La Tunisia ha deciso di chiudere alcune moschee - attacca Riccardo de Corato, vicepresidente del consiglio comunale - il Comune blocchi subito il bando moschee illegittimo per nuovi insediamenti».
Ma il prefetto, a Expo con il premier Matteo Renzi in occasione della visita del presidente kazako Nursultan Nazarbaev, preferisce non entrare in polemica. Nessuna risposta all'invito del presidente Maroni sulla chiusura delle moschee. Sulla questione ieri è intervenuto Davide Piccardo, portavoce del Coordinamento delle Associazioni Islamiche Milanesi: «Le prime vittime di questi attentati sono gli islamici moderati. È evidente che l'intenzione dell'Isis - spiega a La7 - è colpire i musulmani, considerati apostati, che hanno abbandonato l'unica vera via verso la salvezza.
Gli imam di Milano sono sdegnati da questa ondata di violenza, ma non solo. C'è anche stanchezza e un senso di frustrazione nel constatare che gli sforzi che quotidianamente vengono fatti per costruire dialogo e integrazione vengono vanificati da questi attacchi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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