Due anni fa il medico legale le disse che nelle sue condizioni il pass disabili per l'auto le spettava eccome. E non solo per sei mesi come le avevano certificato la prima volta, bensì per due anni. Ora, passati 24 mesi, con la malattia invalidante e irreversibile in continuo, progressivo peggioramento, con le carte e le analisi che lo certificano, con le ginocchia gonfie e i dolori costanti alla schiena e alle articolazioni le hanno detto che «la sua deambulazione non era più sensibilmente ridotta». E quindi, niente pass per l'auto. La lettera a Antonella Berger, maestra di 50 anni che ormai è costretta a camminare col bastone, è arrivata lo scorso 5 marzo. «Gent. signora visti... considerato che... non risulta avere i requisiti. Cordiali saluti. La Asl». La maestra Berger s'è girata e rigirata la lettera tra le mani: non ci poteva credere. «E dire che quel medico il 22 febbraio scorso non mi ha neppure visitato - racconta - Ha dato un'occhiata veloce a tutta la documentazione che avevo portato. Alcuni referti e alcuni esami me li ha persino restituiti. Eppure c'era scritto tutto...» «Tutto» significa che l'invalidità al 60 per cento così come certificato dalla Asl nel 2010, non è cambiata. Che il suo deficit motorio anzi si è aggravato col tempo. E secondo i medici che la seguono continuerà a peggiorare. «Mi sento offesa moralmente e calpestata nel mio desiderio di autonomia di vita», dice e chiede solo «le pari opportunità di una persona normale». «Aveva davvero ragione quel medico che alla visita mi disse che sono stati presi provvedimenti restrittivi, che sono stati stretti i cordoni e che non se le daranno ancora il pass senza però avermi neppure visitato». Insomma se da una parte ci sono i furbetti del pass che hanno usato il contrassegno senza averne diritto, ci sono anche quelli che devono lottare «per avere riconosciuto un diritto». Oggi sono 21mila i pass per i disabili milanesi. Alla fine del 2009 erano 22mila, i dati attuali al momento non sono disponibili. Dentro ci sta la sacrosanta lotta a chi sfrutta senza averne diritto i vantaggi del lasciapassare. Nel 2009 ad esempio erano state pizzicate 71 persone per «uso improprio». Il Comune nel 2012 ha indagato 36 persone che usavano pass rubati o falsificati. Contro le quali aveva puntato il dito anche Giovanni Merlo, responsabile Ledha: «La gente dovrebbe capire che il pass per un disabile è la garanzia di pari opportunità», aveva detto. Quella che chiede la maestra Berger. Già, perché come spiegano sia al Comune (che rilascia i pass), sia alla Asl (che certifica chi debba averlo) «tagli» non ce ne sono stati. «Si applica la delibera della Regione, l'unica in Italia che si è pronunciata su questo nel 2001», racconta Antonio Vitello, direttore del servizio di medicina legale della Asl. Non conta neppure la percentuale di invalidità: il deficit deve essere «deambulatorio». Sarebbe proprio dunque il caso della maestra Berger, malata reumatica dal 1986, con «solo» tre interventi alle ginocchia, dal 2008 in terapia con farmaci biologici.
«Per evitare che ci siano discrezionalità e ridurre le possibilità di errore è stata istituita una Commissione del riesame (rivolgendosi al servizio di medicina legale in corso Italia 19 ndr) dove si viene nuovamente visitati», spiega. Almeno questo secondo giudizio è gratuito, perché invece tutte le altre visite legali sono a pagamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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