«Noi ostaggi di auto e cantieri» Così muore il Naviglio Pavese

Penalizzati dal cantiere. Dal Comune che recentemente ha abbandonato la zona. Mentre sull'altro Naviglio, il Grande, la vita pullula, i turisti e milanesi si godono il sole sorseggiando un aperitivo, si passeggia lungo il canale senza problemi di traffico, si organizzano feste ed eventi. La dura vita del Naviglio Pavese, che «negli ultimi due anni è stato fortemente penalizzato dall'amministrazione, che non ha concesso l'isola pedonale, e quest'anno dal cantiere per il restyling di piazza XXIV maggio» attaccano i gestori dei locali. Cosa succede? Via Ascanio sforza, nel tratto compreso tra via Lagrange e Scoglio di Quarto, è diventata a doppio senso di circolazione per permettere ai residenti di accedere ai box e di entrare in casa. Il motivo: la chiusura al traffico fino al 30 settembre di viale Gorizia e corso Manusardi per il cantiere appunto. Dal 1 luglio al 30 settembre toccherà invece a corso San Gottardo.
Ma in via Ascanio Sforza non passa nessuno, solo qualche residente: ci sarebbe tutto il margine per creare l'isola pedonale e quindi dare la possibilità ai locali di mettere fuori le pedane per i tavolini all'aperto. I gestori dei locali, 38 in tutto, cui si aggiungono quelli dell'altra sponda del Naviglio, l'alzaia Naviglio Pavese, aperta invece al traffico, sono disperati: «Abbiamo perso il 45% degli incassi rispetto all'aprile dell'anno scorso - si lamenta Michele Berteramo, vicepresidente dell'associazione Naviglio Pavese - io non so come pagare i dipendenti, due li ho già dovuti licenziare. Ma non possiamo mica pensare di andare avanti per due mesi. Rischiamo di chiudere tutti. Almeno quando sarà chiusa al traffico corso San Gottardo, chiediamo che venga istituita l'isola pedonale in Ascanio Sforza. Negli ultimi due anni, infatti, noi siamo stati penalizzati: il Comune ci deve aiutare». La richiesta, in parte già girata all'amministrazione? Chiudere al traffico la via almeno la sera, dalle 18 alle 2 il week end e dalle 20 in poi gli altri giorni. «Certo, il nostro sogno sarebbe avere un'isola pedonale permanente, per potere ritornare a vedere i milanesi passeggiare anche qui, almeno concedano quella serale». «Siamo sull'orlo del fallimento - si lamenta Giuseppe Corbari - in Ascanio Sforza non passa nessuno e non possiamo pensare di lavorare solo qualche ora il sabato. Penso che si potrebbero autorizzare tavolini e sedie sulle pedane, anche tenendo la via aperta al traffico. Così non si può andare avanti». «Se il Comune non vuole portare sul lastrico i gestori dei locali - polemizza Alfredo Zini, vicepresidente di Epam - è necessario che venga ripristinata la pedonalizzazione al più presto»
Dello stesso parere i residenti che chiedono la pedonalizzazione della via e una maggior movida, nel senso buono del termine. Negli ultimi anni infatti la situazione è cambiata e sui Navigli, stretti tra la Bocconi e lo Iulm, sono andati ad abitare molti giovani, che vorrebbero più movimento sotto casa, eventi e passaggio. «Con la pedonalizzazione perderemmo posti auto, ma andrebbe a vantaggio della vivibilità del quartiere. Ci sono zone, come quella che gravita intorno a via Gola abbandonate a se stesse.

Movida vuol dire anche passaggio, eventi e manifestazioni culturali anche di giorno, non solo alcol e degrado. Vorremmo più regole, più controlli, più vigilanza per una movida ordinata e di qualità» la richiesta dei residenti.

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