«Non è un bel segnale verso i milanesi che chiedono servizi»

L'affondo del capogruppo di Forza Italia: «La giunta dovrebbe valorizzare gli interni»

«Ricordo che Pierfrancesco Majorino, oggi assessore al Welfare, quando era all'opposizione gridava allo scandalo contro consulenze, articoli 90 e incarichi assegnati dai sindaci del centrodestra. Oggi che il sindaco è Beppe Sala, tace». Il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi se le ricorda bene quelle proteste, fu arruolato dalla Moratti come Garante degli animali e finì tra i nomi contestati dall'allora capogruppo del centrosinistra a Palazzo Marino. Un sindaco, sostiene Comazzi, «può scegliere i suoi collaboratori esterni, ma solo quando non ci sono professionalità interne e spendere quasi tre milioni di euro all'anno in questo momento storico non è un bel segnale nei confronti dei tanti milanesi che chiedono al Comune più servizi e fanno fatica ad arrivare alla fine del mese». Tra l'altro, sottolinea Comazzi, «molti dirigenti interni a Palazzo Marino verranno penalizzati e retrocessi di posizione, anche economica, per garantire il pagamento degli esterni». Si riferisce alla riorganizzazione della macchina comunale, quel piano avviato la scorsa settimana dal sindaco e dal direttore generale Arabella Caporello che in pochi giorni ha già scatenato parecchi mal di pancia negli uffici.

Da inizio settimana è iniziata la rotazione del cinquanta per cento dei dirigenti, altri 19 saranno invece arruolati dall'esterno con bandi pubblici. Ha già partecipato alla gara per la direzione Pianificazione e programmazione Mobilità ed è stato praticamente riconfermato Fabrizio Riazzola, mentre alla direzione Valorizzazione e sicurezza dei Musei e sale espositive del Comune la candidatura più qualificata è risultata quella di Anna Maria Maggiore che già aveva assunto l'interim al Mudec sotto la giunta Pisapia. I vigili sono in attesa del nome del Comandante, sono arrivati oltre trenta curricula e per esaminarli con attenzione servirà più tempo del previsto, Antonio Barbato per ora è stato prorogato alla guida del Comando della polizia locale per un mese. Tra i malumori, si registra lo spostamento di Roberto Munarin, storico dirigente del settore Commercio, all'Istruzione, mentre è stato riabilitato nel vecchio incarico di segretario generale (con buona pace di chi lo ha aveva sostituito) Carlo Lodepote. Era stato rimosso dall'ex sindaco dopo che si era rifiutato di sottoscrivere l'accordo economico raggiunto dalla giunta con i vigili sulla parte variabile del contratto (anche i revisori e la Corte dei conti si era espressi contro), il centrodestra rimarcò la strana coincidenza tra il fatto e lo spostamento dall'incarico.

Ma la rivoluzione (o mini-rivoluzione» come l'ha definita il sindaco) ha fatto scattare proteste sia nel merito, sia nel metodo. Il leghista Massimiliano Bastoni ricorda che per « riorganizzare la macchina comunale il sindaco ha chiamato una società privata, la Boston Consulting (pagata 10mila euro, ndr.) e non ravvedendo, evidentemente, una figura o uno staff all'interno della struttura capace di ridisegnare in maniera funzionale l'ossatura e la mission dell'ente.

Doveva essere una rivoluzione ma i decantati cambiamenti si sono rivelati, in classico stile renziano, sostanzialmente un semplice gioco di parole, sono stati cambiati i nomi di alcune direzioni e Aree, poi qualche giro di poltrona, sulla base di ragioni sconosciute, tanto per dare una parvenza di motilità». Basilo Rizzo (Milano in Comune) ha contestato invece la rotazione comunicata ai dirigenti solo la sera prima via mail, «all'americana»: «Il Comune non è un azienda» ha ricordato all'ex manager di Expo.

ChiCa

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