Non ci sono soldi per noi ma li diamo alla Bolivia

Per l'emergenza maltempo e le abitazioni disastrate le casse sono vuote Il denaro per finanziare le colture in Sudamerica o in Palestina si trova

Dirottare parte dei fondi destinati al progetto delle Vie d'acqua per Expo su progetti anti-Seveso. Dopo i disastri dei giorni scorsi il sindaco ha sottoposto l'idea al sottosegretario Delrio. Gli investimenti sono legati per decreto a quel progetto ma Giuliano Pisapia è convinto che si possano trovare gli strumenti normativi perchè Expo contribuisca (anche con il denaro) a rendere Milano più sicura contro le esondazioni, mi auguro che dal governo arrivi una decisione al più presto» ha detto lunedì scorso. Lo stesso giorni in cui, proprio il governo ha confermato che per i danni causati dal Seveso lo scorso luglio risarcirà solo 5 milioni dei 98 richiesti con lo stato di emergenza. E i residenti hanno già allungando il conto con materiali buttati via, alloggi, negozi o cantine da ristrutturare per gli allagamenti dei giorni scorsi. Se il sindaco mantiene fermo il ragionamento, sono già pronti almeno 5,2 milioni di euro da destinare prima ai milanesi che agli altri Paesi del mondo. Visto che siamo di fronte ad un'emergenza non prevista, basterà modificare la destinazione dei fondi che sono invece pronti a partire per Sierra Leone, Bolivia, Senegal, Guatenala. Non tutti i soldi di quel maxi-pacchetto sono di Palazzo Marino, «solo» 1,7 milioni di euro, un altro milione e mezzo è stato stanziato (e dirottato all'estero) dalla Regione e un milione 930mila euro fanno capo alla Fondazione Cariplo. É partito nel dicembre 2013 ed è arrivato all'ultimo tassello in questi giorni - cioè, l'assegnazione dei fondi - il bando per i contributi a progetti di cooperazione internazionale legati al tema di Expo, «Nutrire il pianeta, energia per la vita»: sono stati selezionate le 17 associazioni (su 37) che hanno partecipato e per ciascuna è specificato il contributo pubblico. L'«African Medical and research foundation» ad esempio si è aggiudicata quasi 332mila euro per realizzare «orti di strada» in Kenya, «Actionaid» 350mila euro per un progetto di «sviluppo sostenibile per i piccoli agricoltori delle aree semiaride del Brasile». La cooperativa «Chico Mendes», ben nota per i'Altromercato, leader nel commercio equo e solidale, potrà spendere 350mila euro su «Palestina Pass», che sta per alimentazione sicura e solidale.C'è il progetto di Mani Tese per valorizzare le filiere agricole locali in Benin (240mila euro), il progetto «Pachamama» che favorirà il commercio equo del cacao e della canna da zucchero in Ecuador (332mila euro), o «I frutti del giardino» per un'agricoltura sostenibile tra Nepal e Lombardia (199.710 euro).

Il «Caffè corretto», non nel senso alcolico ma di produzione ecologica, è un progetto che potrà attecchire in Guatemala e El Salvador (anche) grazie a 350mila euro dei milanesi aggiudicati al Movimento Africa70, con la stessa cifra il «Servizio volontario internazionale» investirà sulle filiere del caucciù, mango, agrumi e ortaggi nella provincia di Inhambane, nel Mozambico. All'Isola e Niguarda intanto spalano il fango e sperano che qualche risarcimento, prima o poi, arrivi.

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