In riferimento all'articolo pubblicato dal Giornale martedì scorso con il titolo «La Milano che si astiene ha già la pancia piena», l'idea che i sostenitori di una maggiore autonomia regionale siano i «poveri», mentre i «ricchi» siano quelli disinteressati è carina ma molto, troppo romantica. La prendo come un tentativo di salvare la faccia a una realtà che un po' imbarazza: l'egoismo del ricco Nord del mondo nei confronti della miseria del Sud. In Catalogna come in Veneto e come in Lombardia. Stessa cosa. In chiave elettorale è un messaggio destinato alla «pancia vuota» dei valligiani bergamaschi, per rafforzare il loro intento di voto. Ma dice a tutti: non preoccupatevi del vostro egoismo, siete voi a essere defraudati dei vostri diritti, sono gli altri (i terroni del mondo e i ricchi plutocrati) a essere brutti, sporchi e cattivi.
Vista così, assomiglia tanto una comoda ipocrisia per far stare meglio chi, né povero né ignorante, ha qualche dolorino alla coscienza nel riconoscersi come egoista. Ciò detto, il baratro di spreco e di inefficienza del nostro Centro Sud va in qualche modo colmato. Come ricco contribuente del Nord, rispettoso al 100 per cento di tutte le leggi fiscali, penso di avere anch'io qualche titolo per esprimere un'idea. Partire da un riparto fiscale più favorevole alle regioni ricche mi sembra illusorio e sbagliato. Illusorio perché non succederà: promettere impossibili riparti fiscali vuol dire prendere in giro la gente. Sbagliato perché la devolution sinora ha solo aumentato (e non ridotto) la spesa pubblica. Contrario alla solidarietà e all'idea di nazione che permea la nostra Costituzione.
Chi ha avuto la fortuna di ricevere una istruzione queste cose le capisce bene. Mi spiacerebbe se l'autore davvero confondesse la capacità critica con la spocchia intellettuale, il brontolio delle pance piene ma non sazie con la volontà popolare.
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