«Ci sono i poveri, i profughi e i senza dimora, per non parlare degli sfratti. Il prossimo anno ci vorranno il 20 o il 30 per cento di posti in più». Risponde così Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca, nato per assistere i senzatetto e in prima linea anche nell'accoglienza ai migranti.
Potrebbe esserci bisogno di 800 nuovi posti letto?
«I 2.700 del piano freddo non basteranno, perché sono già occupati dai profughi: in molti hanno ottenuto lo status di rifugiati».
Le risultano mille nuovi migranti in arrivo a Milano dai confini?
«È un allarme che esiste, anche se per il momento sono arrivate poche decine di persone. Ma Milano non è in grado di accogliere con dignità tutte le persone respinte ai confini. Se arrivassero da Tarvisio e Domodossola, oltre che da Como e Ventimiglia! Ricordo anche che l'anno scorso, a settembre, ci sono stati molti sbarchi».
Che propone di fare?
«È un problema della prefettura trovare soluzioni. Non perché vengono a Milano, possiamo accoglierli. Secondo le quote, Milano può ospitare 1500 o 1.600 persone. Ne accogliamo 3.300 se si contano gli Sprar. Oltre, non possiamo garantire condizioni dignitose».
Lei parla di condizioni dignitose, ma alla Stazione e non solo si vivono sempre situazioni molto dure.
«Non nego il problema ma ho le foto di Como e Roma e lì le condizioni sono molto peggiori. Certo, se dovessero arrivare altre centinaia di persone, sarebbe diverso».
In molti protestano perché l'assistenza ai profughi toglierebbe risorse a anziani e senza dimora.
«Noi abbiamo appena restituito il Centro anziani che abbiamo usato in estate per i profughi. Confidiamo che ci sarà attenzione a equilibrare la situazione».
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