«La mia vita continua, non voglio avere paura»: sono passati tre giorni dalla terribile violenza di cui è stata vittima. L'anziana stuprata al Parco Nord mercoledì mattina, poco dopo le 6, si fa coraggio e parla alle telecamere del Tgr Lombardia. Dall'ingresso del suo appartamento in zona Niguarda risponde alle domande della cronista con un'incredibile forza accesa dalla rabbia. Non vuole abbattersi. Anche in un'intervista al Giorno racconta quegli attimi di brutalità.
L'81enne ieri mattina è tornata a camminare nel parco, nonostante la pioggia, come faceva ogni giorno. «Se ho paura? - dice al tg Rai - Voglio rimanere quello che sono. Naturalmente alle 6 del mattino al Parco Nord non ci vado più, andrò più tardi. Ma voglio essere me stessa, voglio il parco per camminare. Lì mi sento bene». Poi ricorda i fatti di quella mattina: «Vado a camminare come al solito. A un certo punto mi sento qualcosa alla gola (l'uomo l'ha sorpresa alle spalle, ndr), penso sia un coltello. Gli dico: Cosa stai facendo? e lui: Voglio te. Rispondo: Ma scusa, ti pare normale?, lui insiste: Voglio te». A questo punto la pensionata, sperando ancora che si tratti di una rapina, offre soldi all'aggressore descritto come uno straniero che parla italiano. «Gli ho proposto: Senti, dimmi cosa vuoi. Ti do dei soldi. Ti do tutto quello che vuoi a parte questo.... Ma lui non sente ragioni: Voglio te. E io disperata: Guarda che io ho 80 anni».
L'uomo non si impietosisce. La spinge dietro gli alberi e abusa di lei. Il centro anti stupri della Mangiagalli accerterà lesioni compatibili con un'aggressione sessuale. Alla fine lo sconosciuto le dice: «Puoi andare». La signora, frastornata, arriva fino a casa e racconta tutto al figlio incredulo. È lui che le dice di denunciare, ma prima di andare in ospedale l'anziana vuole lavarsi e disinfettarsi. Ora è arrabbiata. «Provo rabbia, sì. Perché non sono riuscita a scappare. Per quello che mi è successo». Oltre che per la sfortuna: in quel momento, visti il periodo di ferie e l'ora vicina all'alba, nei paraggi non passava nessuno. Né qualcuno che correva né qualcuno con il cane. Infine la descrizione dell'assalitore: «Era di colore. Non scurissimo, ma scuro. Si presentava bene, vestito in modo curato. Aveva sui 30-35 anni». Indossava maglietta e pantaloni neri e un cappello dello stesso colore.
Le indagini affidate alla Squadra mobile e coordinate dai pm Cristiana Roveda e Gianluca Prisco del pool «fasce deboli» continuano serrate. Le ricerche si concentrano nella zona di Bruzzano e hanno come traccia proprio l'identikit fornito dalla vittima. «Spero che lo prendano presto - dice l'81enne al Giorno -. Io ce l'avrò sempre nella mente».CBas
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