La Nona di Beethoven a Expo un anno dopo: la Scala suona l'inno Ue

Il concerto è nel cartellone di Experience Sul podio la bacchetta coreana Whun Chung

Piera Anna Franini

È la Sinfonia dei grandi spazi. In questi giorni è stata eseguita dai complessi di Santa Cecilia - diretti da Tony Pappano - al Foro Italico di Roma. Ora la Nona Sinfonia di Beethoven sbarca nell'area ex Expo. Sarà uno degli appuntamenti d'eccellenza del cartellone EXPerience, nato dalla collaborazione tra la Regione e il Teatro alla Scala. Perché sono proprio i complessi scaligeri a firmare la serata di oggi (ore 21), nell'Open Air Theatre, con un direttore di rango come Myung-Whun Chung. Con gli scaligeri al completo, entra in campo il quartetto di solisti composto dal soprano Ricarda Merbeth, il mezzosoprano Michelle Breedt, il tenore Michael Schade e il baritono Matthias Goerne. Il Coro del Teatro alla Scala è diretto da Bruno Casoni.

La Nona di Beethoven è l'evento culminante di una serie di appuntamenti gratuiti. Il primo maggio furono proprio l'Orchestra e i solisti dell'Accademia diretti da Pietro Mianiti a festeggiare, con un tocco musicale, la riaccensione dell'Albero della vita a un anno dall'inaugurazione.

Il concerto di stasera è comunque speciale. Si parte dalla direzione affidata a Myung-Whun Chung, in questi giorni alla Scala per condurre l'opera di Verdi «Simon Boccanegra». Un direttore molto vicino al teatro milanese e in particolare alla Filarmonica scaligera. Tornerà alla Scala per «Don Carlo» di Verdi, nel gennaio 2017.

La Scala e la Filarmonica sono sempre più attive in questo dialogo con la città, disposte a uscire dagli spazi canonici - e del resto fascinosi - di via Filodrammatici. Vedi i concerti di giugno in piazza Duomo, quest'anno diretto dal direttore musicale Riccardo Chailly con una pianista fuoriclasse come Martha Argerich. Quindi le opere all'aeroporto Malpensa. A orientare in questa direzione è stata - da tempo ormai - la Filarmonica della Scala, ente privato dunque particolarmente sensibile alle sollecitazioni dei tempi, che ha così escogitato operazioni tese a coinvolgere la città. Ha messo in campo la collana di prove aperte, iniziative per formare il pubblico del futuro e che è tutt'uno con questi sbarchi in luoghi insoliti per la classica comunicando un'immagine inedita per tutti.

Myung-Whun Chung è uno dei prodigi dell'Asia. È nato nel 1953 e cresciuto nella Seoul poverissima, rasa al suolo dalla guerra, profondamente diversa dall'attuale capitale di un Paese che oggi è la quarta potenza economica dell'Asia, sesto produttore mondiale, secondo Paese al mondo per grado di innovazione. Chung trovò il riscatto proprio nella musica, grazie a medaglie d'oro vinte in concorsi pianistici, all'istintività direttoriale che a un certo punto prese il sopravvento su quella del pianista, a incontri importanti come quelli con il nostro Carlo Maria Giulini con cui ha lavorato alla Los Angeles Philharmonic. È stato direttore dell'Opéra di Parigi, dell'Accademia di Santa Cecilia e dell'Orchestre Philharmonique de Radio France e direttore principale ospite della Staatskapelle Dresden.

Il suo debutto alla Scala risale al 1989 sul podio della Filarmonica e al 1992 per una sensazionale «Lady Macbeth» del distretto di Mcensk di ostakovi cui sono seguite «Salome», «Madama Butterfly» e «Idomeneo». L'Associazione dei Critici Musicali Italiani gli ha assegnato il Premio Abbiati come miglior direttore d'orchestra del 2014 per Simon Boccanegra alla Fenice di Venezia.

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