Notte di sangue tra Cinisello e la Centrale Due ergastoli

Il gup di Milano Alessandra Del Corvo ha condannato all'ergastolo Abdenachemi Amass e Saad Otmani, i due marocchini di 29 e 31 anni che, il 26 aprile 2018, ferirono due uomini a Cinisello Balsamo durante due rapine, aggredirono due ragazze straniere accoltellandone una per portarle via il cellulare e poi uccisero, vicino alla stazione Centrale, Samsul Haque, cameriere bengalese di 22 anni. Al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato, il giudice ha accolto la richiesta di condannare al carcere a vita i due imputati del pm Lucia Minutella. Il gup ha concesso come unico sconto la cancellazione dell'isolamento diurno.

I due erano imputati in concorso ance di rapina e lesioni ai danni di un peruviano a Cinisello e rapina e tentato omicidio nei confronti di un senzatetto italiano, unica parte civile nel processo. Il giudice gli ha riconosciuto un risarcimento di trentamila euro. Per l'aggressione alle due straniere a Milano, un'americana e un'inglese, erano accusati di rapina e lesioni. Le immagini delle telecamere di sorveglianza in zona mostrano che il bengalese Haque, avendo assistito all'ultima rapina ai danni delle due ragazze e resosi conto del pericolo, torna indietro e cerca di fuggire ma i due marocchini scappano nella stessa direzione e in via Settembrini, a due passi dalla Centrale, si accorgono dello straniero, e uno indica l'altro lato della strada dove poco dopo viene ucciso il cameriere, appena smontato dal turno serale. Il legale di Amass ha annunciato che farà ricorso in appello ritenendo che il suo assistito non avrebbe preso parte all'omicidio.

Dopo la lunga notte di sangue e violenza i marocchini erano stati trovati e arrestati dalla polizia mentre facevano tranquillamente colazione in un Mc Donald's vicino alla stazione.

Avevano commesso un banalissimo errore: utilizzare per una chiamata il cellulare rubato a una delle vittime, grazie a questo sono stati immediatamente intercettati e arrestati dalle forze dell'ordine. I familiari del giovane bengalese, che lavorava in un ristorante del centro, non erano rappresentati nel processo e non hanno dunque presentato una richiesta di risarcimento.

RC

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