Il prefetto ha lasciato al sindaco 4 mesi di tempo per rimediare da solo al pasticcio. A fine ottobre Paolo Francesco Tronca, adeguandosi alla circolare diramata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano a tutte le prefetture, aveva ordinato a Giuliano Pisapia di annullare la trascrizione di 13 matrimoni gay celebrati all'estero. «Vado avanti su un percorso che ritengo giusto e legittimo» era stata la replica da Palazzo Marino dopo qualche giorno di silenzio. I tentativi di persuasione da parte del prefetto sono proseguiti tutto l'inverno, l'ultima lettera al sindaco circa un mese fa, lo stesso giorno in cui nel mezzo di un convegno Pd Pisapia annunciò di essere indagato dalla Procura per quelle trascrizioni. Fatto poi smentito clamorosamente dal procuratore capo Edmondo Bruti Liberati: esisteva un fascicolo ma era a carico di ignoti ed è stato archiviato. Dopo quattro mesi di rifiuti, Tronca non ha potuto che nominare un commissario ad acta che ha cancellato la registrazione delle nozze: la notizia è stata comunicata ai diretti interessati in questi giorni per lettera. Ma il sindaco, snobbato fino ad oggi dal premier Matteo Renzi sul tema, nonostante i ripetuti appelli, non intende abbandonare la crociata. Anzi, Ha pubblicato un duro intervento su Facebook in cui ricorda di aver «personalmente firmato» le trascrizioni «nella ferma convinzione che questo atto amministrativo sia pienamente legittimo». Cita invece «a conferma della illegittimità della circolare Alfano» alcune pronunce della magistratura. «É profondamente sbagliata» incalza «per questo dopo che ci siamo schierati come Comune al fianco delle coppie che hanno già presentato ricorso, ci opporremo in tutte le sedi contro una decisione strumentale e discriminatoria». Pisapia cita Neruda («in una bellissima poesia scrive che la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle»), attacca frontalmente Alfano che «si ostina a difendere ideologicamente una posizione illegittima». Di più: non cita mai il premier mentre gli fa «piacere che da più parti si chiedano le dimissioni del ministro», e invita i parlamentari «che si oppongono a ogni discriminazione» a intervenire «con tutti gli strumenti possibili e, se lo ritengono, «presentando anche una formale mozione di censura nei confronti di Alfano». Sempre senza fare nomi e cognomi, è rivolto al deputati del Pd divisi sul tema, l'appello al Parlamento ad «intervenire al più presto con un provvedimento legislativo complessivo che allinei finalmente l'Italia a quell'Europa dei diritti cui aspiriamo». Sposa subito la mozione di censura ad Alfano il leader di Sel Nichi vendola: «A fianco di Pisapia per i diritti delle persone. Dove è il governo del cambia verso?». Lo slogan, guarda un pò, coniato da Renzi. Se la reazione delle coppie sposate all'estero e di Rete Lenford, l'associazione di avvocatura Lgbt che segue i loro casi, è dura nei confronti del prefetto - definiscono il suo atto «oscurantista e fascista» e si riservano ogni azione legale -, loro sì sottolineano anche «l'ostinato silenzio di Renzi, che ha di fatto avallato l'operato politico del ministro Alfano».
Sono le coppie (di cui 685 etero) che si sono iscritte al registro delle unioni civili istituito dal Comune nel 2012
A
quasi due anni e mezzo dall'istituzione del registro delle unioni civili, si sono iscritte meno di 300 coppie gayLe coppie omosessuali che si sono sposate all'estero e hanno ottenuto dal sindaco la trascrizione delle nozze
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