Una nuova baraccopoli in via Palizzi, boom di furti e discarica a cielo aperto

Da qualche settimana nella zona sono comparse baracche e tende abusive

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Sono aumentati furti e scippi. I giardinetti? Una discarica a cielo aperto. Anche l’Esselunga nella zona ha guadagnato un primato, il super della catena più saccheggiato in città. Da alcune settimane è nata una nuova favelas, nelle vicinanze di via Palizzi. I residenti protestano, hanno manifestato il disagio anche all’assessore leghista alla Sicurezza della Provincia, Stefano Bolognini, che giorni fa ha fatto prima un sopralluogo per verificare di persona la situazione, poi ha scritto al suo omologo in Comune, l’assessore Marco Granelli, perchè intervenga prima che la situazione esploda. L’insediamento abusivo (per ora) è formato da baracche e tende abitate verosimilmente da una ventina di rom. L’accesso all’area può avvenire soltanto appena prima del sottopasso che collega via Console Marcello con via Emilio Bianchi, provenendo da via Antonio Raimondi. Anche nell’area del sottopasso ci sono tende di fortuna.

«Da quando i nomadi si sono insediati - riferisce Bolognini -, sono aumentati considerevolmente i furti e gli episodi di microcriminalità nella zona. All’Esselunga di via Palizzi quotidianamente avvengono furti da parte dei suddetti rom. La direzione Affari Generali dell’Esselunga mi ha confermato che quello di via Palizzi è uno dei negozi della catena dove avviene il più alto numero di furti». Anche negli orti della zona «i furti e gli episodi di vandalismo aumentano sempre di più. I giardinetti e le aree giochi della zona sono diventati zona di bivacco per questi rom che sovente molestano i residenti che le frequentano in particolare mamme e bambini». E ai margini delle tende e delle baracche «sono depositati una gran quantità di rifiuti che stanno rendendo giorno dopo giorno l’area una discarica a cielo aperto.

Le condizioni igieniche sono assolutamente precarie e ritengo anche molto pericolose per le persone che vi abitano». Pertanto chiede formalmente a Granelli «lo sgombero immediato dell’insediamento e la bonifica dell'area».

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