Cronaca locale

Nuovi italiani: il «record» è in zona Centrale

Esulta il presidente dell’istituto islamico di viale Jenner: «Abbiamo sempre fatto il tifo per iniziative del genere»

Giacomo Susca

La carica degli ottantamila è pronta a bussare agli sportelli dell’ufficio anagrafe del Comune. Con lo scopo di diventare italiani subito e a tutti gli effetti di legge. È possibile dopo che venerdì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che dimezza da 10 a 5 anni i tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana, con il conseguente diritto di voto.
La direzione anagrafe si sta preparando all’evenienza e rende noti i primi «numeri» sui potenziali beneficiari del provvedimento, questa volta dettagliati zona per zona. Il calcolo è presto fatto: dei 164.902 stranieri stranieri in città, i nuovi italiani per decreto - se, come si presume, ne faranno richiesta - saranno 70.186. Ma a questi bisogna aggiungere i 7.913 bambini nati su territorio del nostro Paese da almeno un genitore che ha raggiunto l’ormai famigerato lustro necessario alla naturalizzazione, già cittadini italiani in virtù dello «ius soli», nel linguaggio dei giuristi. E senza considerare i neo trasferiti. Cifre ragguardevoli e che un po’ spaventano, considerando che con le vecchie norme dal 2000 al 2005 a richiedere e ottenere lo status di cittadino italiano a Milano erano stati 5.648 stranieri. Compresi i matrimoni misti, però. Ciò significa che con le nuove regole si avrebbe immediatamente un’ondata di nuovi fratelli d’Italia quindici volte superiore alle ultime statistiche. Uno sguardo ai dati divisi in base alle 9 zone della città è sufficente a capire quali sono i quartieri più interessati dalle regolarizzazioni. Attorno alla Stazione Centrale (zona 2) il primato della presenza di immigrati in procinto di naturalizzazione: 10.230 in un quartiere dove il rispetto della legalità si poggia da tempo su un equilibrio precario. Ad Affori, Bruzzano, Comasina e Bovisasca (zona 9) la situazione non si discosta di molto con 9.993 stranieri. Non lontane da tali quote anche la zona 7 (San Siro-Baggio-Trenno, con una popolazione straniera di 8.771 unità), la zona 8 (Fiera-Gallaratese-Quarto Oggiaro, 8.546), e la zona 4 (Vittoria-Forlanini, 8.125). Seguono nella graduatoria della Milano multietnica la zona 3 (Città Studi-Lambrate, 6.930) e la 6 (Barona-Lorenteggio, 6.566). Meno coinvolto il centro storico (zona 1), laddove risultano residenti 5.327 immigrati. Le comunità maggiormente rappresentate sono sempre quella filippina (15.223 residenti), l’egiziana (8.373) e la peruviana (5.951). Consistenti anche i gruppi asiatici, con 5.524 cinesi e 4.748 originari dello Sri Lanka. Più di tremila i marocchini; tra gli extra Ue, 1.500 gli albanesi e più di mille romeni.
Esulta la comunità della mezzaluna per bocca di Abdel Hamid Shaari, presidente dell’Istituto culturale islamico di viale Jenner: «È un buon passo avanti verso l’integrazione, abbiamo sempre sperato in iniziative del genere. Giustamente i bimbi saranno subito italiani e per gli adulti basteranno cinque anni per diventarlo».

Ma poi mette le mani avanti: «L’importante è che la conoscenza della vostra lingua non diventi un pretesto per la concessione della cittadinanza».

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