Alberto Giannoni
Introdurre altri vincoli sulle «auto inquinanti» e contemporaneamente nuovi rincari sui biglietti Atm. C'è una contraddizione lampante nelle misure che aspettano i milanesi al rientro dalle vacanze, - misure destinate a entrare in vigore nei primi mesi del nuovo anno.
Da un lato il Comune di Milano fissa - al gennaio 2019 - la cosiddetta «Area B» cioè la misura anti-diesel, ma dall'altro vara una manovra sulle tariffe Atm che porta il biglietto urbano a 2 euro (da 1,50 euro costo attuale).
L'Area B, la «low emission zone» contrassegnata dal colore blu, fermerà dal lunedì al venerdì dalle 7 e 30 alle 19 e 30 i veicoli Euro 0, 1, 2 e 3, i tir e i ciclomotori e motoveicoli Euro 0 ed Euro 1 a due tempi. Lascerà fuori dal 72% del territorio milanese, insomma, 108.600 veicoli immatricolati in città, grazie a 186 varchi elettronici collocati praticamente sul perimetro esterno dei suoi confini - e con relative multe per i trasgressori. Sarà il primo passo di un percorso che culminerà nel 2028 col blocco dei benzina Euro 4. Previsti 50 giorni di libero accesso e deroghe, ma non per i tassisti, che potranno cambiare auto accedendo agli incentivi.
Accanto a questa misura sul traffico, già oggetto di pesanti rilievi, arriva quella sui mezzi pubblici. L'Amministrazione comunale infatti, invece di incentivarne l'uso di metro e tram, in concomitanza con una restrizione del traffico veicolare ha deciso di aumentare di un ulteriore 25% i biglietti. Così, da gennaio o marzo il ticket salirà a 2 euro (anche se il tutto sarà inserito in una revisione complessiva del sistema destinata ad ampliare l'area urbana di validità dei biglietti).
«Demenziale», sintetizza il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale. «Non puoi aumentare il biglietto proprio ora - spiega - quando fa partire questa politica di blocco della circolazione. Se blocchi il traffico dovresti almeno incrementare la disponibilità del trasporto pubblico, che invece rincara del 25% in un colpo solo. E da quando a Palazzo Marino ci sono la sinistra e i paladini del trasporto pubblico, è rincarato del 100% in 7 anni».
La «stangata» viene giustificata con le esigenze di bilancio che sono legate alla messa in opera delle nuove linee metropolitane. Un fabbisogno quantificato in 50 milioni. Ma anche questo aspetto convince poco il centrodestra. «Atm fa 39 milioni di utili dopo le tasse - spiega De Pasquale - quindi il problema non è di Atm ma del Comune, la necessità è del bilancio comunale che deve raccattare altre risorse. Se il problema fosse far fronte ai problemi del trasporti, basterebbe rinunciare agli utili e i 50 milioni sarebbero già trovati». Pare che anche in Atm non siano così felici per questa novità.
Probabilmente non lo sono neanche nel centrosinistra. «Noi - dice De Pasquale - speriamo che un po' di consiglieri di maggioranza si rifiutino di fare questa operazione di finanza. E speriamo che il provvedimento debba passare dal Consiglio.
Se passa solo dalla giunta possiamo contestarlo ma non bloccarlo». «In ogni caso - annuncia - intendiamo fare una battaglia molto pesante, sull'area B, approfondendone anche gli aspetti giuridici.
Secondo noi vi sono profili di incostituzionalità nel fatto che i cittadini di Milano debbano veder applicata una disposizione che nel resto della Lombardia sarà applicata più tardi. Alla ripresa dell'attività faremo gazebo in città, per protestare sul biglietto e su Area B».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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