Per un nuovo Ordine degli Avvocati

Cristina Fornaro, segretaria Agam (Associazione giovani avvocati di Milano), è candidata al Consiglio dell'Ordine degli avvocati. In una intervista ci spiega come sta cambiando la sua professione e il senso della "battaglia" che ha deciso di intraprendere

L'avvocato Cristina Fornaro
L'avvocato Cristina Fornaro

Da anni sentiamo parlare di riforma della giustizia. Qualcosa è cambiato, molto resta ancora da cambiare. Accanto alle innumerevoli analisi dei ministri di turno, è interessante confrontarsi con chi ogni giorno vive in prima linea i problemi della giustizia. E non sono solo i magistrati, ma anche gli avvocati, categoria spesso bistrattata. Quante volte, infatti, politici e toghe addossano le colpe della malagiustizia alla cosiddetta "lobby degli avvocati"? Ma spesso sono proprio loro, gli avvocati, con il loro sforzo (dalle fotocopie ad altri servizi garantiti) a permettere il normale funzionamento della giustizia. Per capirne di più abbiamo fatto una chiacchierata con l'avvocato Cristina Fornaro, segretaria di Agam (Associazione giovani avvocati di Milano), candidata alle elezioni per il Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Milano (si vota il 3, 4 e 5 marzo).

Avvocato, sta cambiando qualcosa nella vostra professione?
Le novità cui l'avvocatura sta andando incontro sono notevoli. Stiamo vivendo un periodo storico molto particolare che segnerà un cambio generazionale. Sebbene, infatti, i miei colleghi, anche molto giovani, siano stati formati in modo abbastanza tradizionale dai loro "maestri", devono ora affrontare dei cambiamenti che fanno della professione dell'avvocato una professione diversa.

Ci può fare qualche esempio?
È stata modificata la disciplina della pratica professionale (l'obbligatorietà del periodo di "apprendistato" è stato ridotto temporalmente da due anni a 18 mesi), cambierà anche l'esame di stato al quale non si potrà più accedere con l'ausilio dei codici commentati (tale riforma è in fieri ed è di pochi giorni fa lo slittamento di due anni per quanto attiene all'applicazione di questa riforma). Ci stiamo faticosamente affacciando al mondo della pubblicità, argomento spinoso che pare ancora prescluso agli avvocati. Assistiamo ancora oggi ad una particolare chiusura verso il mondo dei social network e in questi ultimi anni abbiamo assistito alla comparsa sulla scena dei cosidetti "negozi giuridici". Ma senza dubbio, la novità più eclatante, è il processo civile telematico.

L'informatica che entra a pieno titolo nei tribunali. Quasi una rivoluzione...
Questa prima fase, di nascita ed elaborazione del processo telematico, in effetti ha rappresentato una vera e propria rivoluzione. Come spesso ci capita di vedere, le criticità che possono emergere dall'applicazione quotidiana di uno strumento del genere ha comportato svariati problemi, che si sta cercando di risolvere pian piano, acnhe con l'ausilio dei giudici, che spesso forniscono orientamenti che fanno da linee guida per gli avvocati, che ogni giorno si cimentano con un deposito telematico o con l'estrazione di documenti e atti delle controparti. Eclatante, a Milano, il caso giurisprudenziale creato da un ordinanza del giudice Nicola Fascilla, che mediante uno studio molto approfondito del processo civile telematico, ha statuito come sia perfettamente ammissibile la costituzione - ovvero il deposito del primo atto processuale - mediante il pct e la "consolle avvocato". Vista in un'ottica di lungo periodo e di ampio respiro, l'informatizzazione del sistema per quanto attiene avvocati, cancellerie e giudici, è sicuramente un enorme vantaggio, sia per noi avvocati (notevole risparmio di tempo, lunghe code evitate, snellimento del sistema in generale), per i cittadini (giustizia più celere, rapida, moderna e organizzata), per la burocrazia (macchina meno elefantiaca e rinnovata e già proiettata verso metodi più moderni e più sicuri) e per l'ambiente, basti pensare alle enormi quantità di carta risparmiata.

Lei si candida per l'Ordine degli avvocati. Per fare cosa?
Il consiglio dell'Ordine degli avvocati avrà una veste del tutto nuova, viste le grandi modifiche apportate alla sua struttura dalla nuova legge professionale. Non avrà più il potere disciplinare (non si occuperà più quindi di "giudicare" le condotte dei suoi appartententi i quali non si siano uniformati ai precetti del codice deotologico) che è stato demandato al Consiglio di disciplina, terzo e imparziale, creato su base di Corte d'Appello. Per i non giuristi: a grandi linee una Corte d'Appello ha più o meno le dimensioni di una regione, tranni alcune eccezioni come la Lombardia e la Sicilia che ne hanno più d'una). Questo permetterà un'amministrazione più agevole della nostra giustizia interna, anche se sarà fisiologico un periodo di assestamento per quanto riguarda la transizione da un sistema all'altro.

Come vede questa novità?
Credo sia una novità positiva e sono molto sollevata di questo cambiamento. Se verrò eletta, infatti, immagino di poter lavorare solo a favore dei miei colleghi, facendo dell'Ordine degli avvocati un punto di riferimento per gli stessi per ogni piccolo problema o perplessità, delegando un organismo esterno, che - avendo l'annoso compito di giudicare dei colleghi per la loro condotta - potrà sicuramente farlo con maggiore cognizione di causa in un 'ottica di specializzazione anche in questo difficile compito. Per i colleghi che hanno tanti amici in questo ambito (la realtà del tribunale e dei professionisti che tutti i giorni sono presenti nelle aule è infatti più ristretta di quanto si possa pensare) sarebbe stato difficile doverli poi giudicare con imparzialità. Dopo tutto siamo umani...

Ma il Consiglio dell'Ordine cosa fa?
Mi piace molto l'idea di un Consiglio come servizio ai colleghi, soprattutto quelli più bisognosi di aiuto come i giovani, che mi sento di rappresentare essendo da anni segretario dell'associazione giovani avvocati Milano; e servizio alla cittadinanza, quale il supporto alle categorie meno agiate, come gli stranieri che non consocono bene il nosto sistema e la nostra lingua, o i meno abbienti che vivono la giustizia come qualcosa di oscuro e inavvicinabile. In questo senso l'Ordine di Milano è sempre stato all'avanguardia.

In che senso?
Faccio alcuni esempi concreti. Lo "sportello del cittadino", la recente inaugurazione dell'Urp-Ufficio relazioni con il pubblico istituito presso il Tribunale di Milano, al quale ha partecipato il ministro della Giustizia Orlando , il servizio "Avvocati di strada e avvocati di zona" e lo stesso processo civile telematico. Ma L'ordine fornisce anche un servizio culturale organizzando convegni e iniziative accreditate: per noi avvocati è stato reso obbligatorio l'accumulo di crediti formativi al fine di mantenere costantemente alto il livello di preparazione dei professionisti. Su questo punto ho anche un'idea che credo possa essere interessante.

Di che si tratta?
Perché non trasformare questo momento obbligatorio per tutti in un'occasione di incontro fra culture diverse e fra diverse realtà di professionisti? La mia esperienza in Agam mi ha permesso di imparare moltissimo, anche dal punto di vista umano: i nostri convegni, accreditati ai fini della formazione degli avvocati, sono stati svolti con la collaborazione delle più svariate categorie come ad esempio, quello organizzato con la Provincia di Milano in tema di diritto penale ambientale tenutosi l'11 marzo 2014 in occasione dell' anniversario del disastro di Fukushima, nel corso del quale abbiamo visionato una straordinaria carrellata di immagini scattate da un fotografo che si era avventurato nella "no go zone", o quello in cui abbiamo parlato di management aziendale nelle aziende sequestrate alle mafie, grazie ad un corso ad hoc organizzato da Assolombarda, e poi altri ancora organizzati con l'Associazione dei giovani psicologi della Lombardia in tema di mobbing sul lavoro, o con l'associazione dei Giovani commercialisti lombardi in tema di concordato preventivo in questa epoca di crisi... e via via fino ai temi più simpatici come il diritto allo Sport (si è tenuta pochi giorni fa la prima lezione del Master in tale materia coordinato dal nostro Consigliere in collaborazione con l'Università Bicocca di Milano alla quale abbiamo avuto l'onore di avere come ospite e relatore Franco Baresi e Gianmarco Pozzecco) o la cena conviviale in cui abbiamo parlato di iiritto alla/della Moda.


A livello nazionale qual è il ruolo dell'Ordine di Milano?
L'Ordine di Milano è, per forza di cose, un Ordine di peso. Sia perché a Milano ci sono tra le più importanti realtà socio economico culturali del Paese, sia perché abbiamo avuto un presidente molto carismatico (Paolo Giuggioli, scomparso lo scorso novembre, ndr) che non dimenticheremo mai e che ha guidato l'Ordine per moltissimi anni. Così come Milano è un po' il trend setter del Paese, così l'Ordine di Milano ha un ruolo leader nell innovazione: il "Pct" da noi ha visto la luce già nel 2002, quano io ero ancora praticante, novità assoluta nel panormana italiano, con il nome di Polisweb. Lo aveva fortemente promosso proprio l'Ordine di Milano per il suo Foro ed era motivo di curiosità e studio per tantissimi colleghi di altre parti d'Italia e anche all'estero. Oggi quella tecnologia, quell'avanguardia è sfociata nel PCT. Il presidente Giuggioli ha sempre collaborato strettamente con il Ministero per far sì le nostre best practice potessero diventare nazionali. L'idea è quella di continuare su questa scia ed anzcercare di migliorare sempre di più.

Cosa si propone la lista "Avvocati per gli Avvocati"?
La nostra lista è un coro policromo. Rappresentiamo tutte le voci dell'avvocatura milanese che è molto variegata. Ci sono l'Avv. Paolo Tosoni e l'Avv. Luca Borghi di Laf (Libera associazione forense), io in rappresentanza di Agam e quattro giovani valenti colleghi penalisti con ruoli di spicco all'interno di Camera Penale, rappresentanti di grandi studi internazionale come Nctm e specializzati in diritto di famiglia e diritto amministrativo. La peculiarità della nostra lista è quella di fondere la saggezza e l'esperienza di alcuni dei partecipanti ad essa che sono stati consiglieri dell'ordine - in particolare segretario e tesoriere dell'ordine - per tanti anni, con la freschezza e la voglia di fare delle nuove leve, sfruttando le note positive di chi sa perfettamente come "muoversi" all'interno di un ente a cui appartengono 22.000 colleghi e di chi invece potrà fornire la giusta prospettiva in un'ottica di riammodernamento e giusta collocazione nel futuro.

Cosa volete fare?
Ci proponiamo di continuare nel lavoro svolto dal Consiglio precedente, facendo dell'ordine di Milano un faro per le altre piazze italiane nel tentativo di ottimizzare la realtà che ci circonda a favore dei colleghi. Il primo pensiero va sicuramente a Expo, di cui l'Ordine degli Avvocati di Milano è patrocinatore - un altro dei meriti del consiglio uscente.

Perché ha deciso di candidarsi?
L'esperienza che ho maturato sul campo di "battaglia", con Agam, l'Associazione di cui sono segretario, mi ha dato la carica e mi ha fatto sviluppare il desiderio di continuare quanto iniziato in chiave più allargata. Non è facile avere una visione di insieme e soprattutto non è facile trovare spunti, ideee e speranze in un mondo schiacciato dalla crisi economica e sempre più devitalizzato dal pessimismo circostante. Agam mi ha dato una prospettiva, l'idea che con il duro lavoro, l'impegno e la bontà delle idee si può ancora nonostante tutto fare molta strada. Agam costituisce un gruppo unito e compatto, che lavora molto, anche per aiutare il prossimo. Ma la cosa più bella e più gratificante è che ci divertiamo tantissimo assieme pur svolgendo un'attività che ci assorbe molto tempo e che implica una grande fatica. Rivedo la stessa compatezza e serietà nelle persone che compongono la mia lista ed è per queste caratteristiche che spero che verremo eletti.

Una volta eletta cosa vorrebbe fare?
Se potessi, nel mio piccolo, vorrei contribuire, con questo spirito estremamente ottimista, volonteroso e costruttivo, a dare il mio apporto all'avvocatura milanese. Sono sicura che poremmo fare molta strada. Lo vedo concretamente: tutti i colleghi che ci conoscono e i professionisti che simpatizzano per la nostra associazione, si lasciano travolgere dal nostro entusiasmo e si fanno contagiare. Portano, così, il loro apporto e la loro esperienza, nel vero spirito della colleganza e dell'amicizia. Questo ci permette di raggiungere grandi risultati con poche risorse.

Il mio sogno sarebbe poter raggiungere il maggior numero possibile di colleghi, di persone con questo spirito. Per poter cambiare le cose in meglio.

Se dovesse sintetizzare con uno slogan...
Da solo vai più veloce, ma in gruppo vai molto più lontano.

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