Cronaca locale

Occhio al cellulare: così ve lo rubano

Un foglio di carta e un'abile manovra di distrazione: così a Milano vengono rubati i telefonini. L'allarme della polizia e i numeri dei reati a Milano

Occhio al cellulare: così ve lo rubano

Milano non è una città sicura. Lo dimostrano le tante segnalazioni di turisti e residenti ma anche le denunce, quando le vittime riescono a rivolgersi alle forze dell'ordine, oberate di lavoro. Gli scippi in città sono aumentati in modo esponenziale nell'ultimo periodo e ad essere prese di mira sono soprattutto le donne e i giovanissimi. Dalla metropolitana ai bar, passando per le vie del centro, i casi di furto non si contano più. Cellulari, monili e portafogli sono le prede preferite dai malviventi, solitamente minori aggregati in baby-gang oppure gruppi di rom, che si muovono con destrezza sul territorio, escogitando di volta in volta nuovi sistemi, come quello del foglio bianco.

Gli scippi in metropolitana

Striscia la notizia ha creato quasi un format su questo tema, mostrando come e dove agiscono le nomadi a Milano e tentando, nei limiti del possibile, di dissuaderle. Più volte l'entourage del telegiornale satirico di Canale5 è stato aggredito dalle malviventi, che continuano a operare quasi indisturbate perché, in molti casi, sono in stato di gravidanza e non possono essere punite. Una vicenda che richiama quel gran capolavoro cinematografico di Vittorio De Sica che è Ieri, oggi, domani, con la differenza che nel film premio Oscar la protagonista non arreca danno al prossimo. E non è poco. Sui social sono stati addirittura creati gruppi di discussione in cui si segnalano gli avvistamenti delle malviventi, nella maggior parte dei casi rom. Ne viene segnalata la posizione e vengono effettuati i video per permettere ai fruitori di riconoscerle e, fin dove possibile, evitarle. Non mancano nemmeno i video che mostrano chiaramente i momenti dello scippo o del tentato scippo, ripresi da chi quotidianamente deve fare i conti questa piaga che, ormai, attanaglia Milano. Su pagine social come Milano bella da Dio se ne trovano quanti si desidera, pubblicati quotidianamente per denunciare una situazione che è arrivata al limite.

Il trucco del foglio bianco

Tra gli ultimi stratagemmi inventati dalle rom per derubare le loro povere vittime c'è il trucco del foglio. Le malviventi agiscono sempre in coppia e dopo aver puntato la loro preda le si avvicinano, praticando un'opera di dissuasione. Chiedono l'elemosina, insistono e molestano la loro vittima, che solitamente si trova seduta nei dehors dei bar in centro. Effettuano un'operazione di distrazione utilizzando un foglio bianco, oppure con sopra foto di bambini per indurre in tenerezza o, diversamente, stampano frasi in cui chiedono aiuto per la loro grave situazione economica. La vittima non ha nemmeno il tempo di accorgersi di quel che sta accadendo, che la complice porta via quello che trova a portata di mano, che sia un telefono, un portafoglio o qualsiasi altro elemento di valore veloce da portare via.

"Erano in due, quella che stava vicino a me ha tirato fuori un foglio bianco in una cartelletta di plastica trasparente e lo metteva sul tavolo, mentre l'altra continuava a toccare le lattine e i bicchieri. Con il dito schiacciava e indicava sul foglio dove sotto c'era poggiato il mio telefono. Erano invadenti, si spingevano di fianco a me e quando mi sono davvero seccata e ho intimato loro di andare via, alzandomi dalla mia sedia, si sono allontanate prendendo la lattina di Coca-cola. Quando se ne sono andate mi sono accorta che si erano portate via anche il telefono", ci racconta Elena, che sabato pomeriggio è stata vittima del furto col trucco del foglio in un noto locale in corso Buenos Aires a Milano, tra le fermate della metro Lima e Loreto.

Polizia e carabinieri allo stremo

Inutile da parte della vittima rincorrere le due malviventi: "Appena hanno svoltato l'angolo, e noi eravamo subito dietro a 50metri, si sono volatilizzate". Come se non bastasse il furto del telefono, Elena non è nemmeno riuscita a sporgere denuncia. Da prima ha chiesto aiuto a una pattuglia della polizia locale che si trovava in zona, che purtroppo non le ha fornito l'assistenza richiesta: "Mi hanno detto che se non si colgono sul fatto non si può fare nulla". A quel punto si è recata presso il commissariato di polizia di porta Venezia per sporgere denuncia ma in quell’ufficio le viene risposto che il sabato non si possono fare. Si reca, quindi, nel commissariato di Fatebenefratelli, dove un agente le consiglia che, viste le tre ore di coda previste per sporgere denuncia, le sarebbe convenuto recarsi presso la caserma dei carabinieri in Moscova dove, però, le viene detto che "ci sono almeno quattro ore di attesa. Se vuole fare una denuncia provi a tornare stasera alle 21". Amaro il commento di Elena: "Questa è Milano oggi". La saturazione degli uffici di polizia e dei carabinieri è un evidente sintomo dell'aumento dei reati nell'area milanese, anche se qualcuno dice si tratti solo di percezione. Ma Elena non è, purtroppo, l'unica vittima. "Mi sono girata in tempo, mi aveva già sfilato il telefono dalla borsa ma ho avuto la prontezza di riprenderlo al volo", ci racconta una donna di 40 anni che preferisce restare anonima e che, venerdì scorso, era ferma al semaforo tra via Vetruvio e via Settembrini, quando è stata quasi derubata del suo smartphone.

"Esecuzione della custodia sospesa"

Le forze dell'ordine sul territorio fanno il possibile ma, a causa della burocrazia e dell'attuale legislazione, hanno spesso le mani legate. "Se oggi fermiamo una donna (spesso di etnia rom) che ha commesso il reato di furto con destrezza e che solitamente sono colpite da ordine di carcerazione, in moltissimi casi viene presentato 'il lasciapassare', ovvero il certificato che attesta la gravidanza", ci spiega Pasquale Griesi, segretario Fsp Lombardia in servizio a Milano. Questo ha gravi ripercussioni nel sistema di controllo della città: "Iniziano così decreti di differimento della pena, che creano gravi cortocircuiti nel sistema sicurezza e giustizia, con pene che si cumulano e che non verranno mai scontate. Senza considerare che, se durante il fermo per disgrazia la donna dovesse perdere il bambino, potrebbe risponderne pesantemente l'operatore delle forze dell'ordine". L'appunto è amaro: "La gravidanza è compatibile con 'il lavoro del furto', è compatibile con il passare giornate in strada tra migliaia di persone, ma non è compatibile con il carcere". Infatti, "nel 2016 ricordo, tramite articoli giornalistici, che la procura di Milano diramò una circolare ove si chiedeva alle forze dell'ordine di sospendere direttamente l'esecuzione delle custodie in caso di donne incinte e madri con figli meno di un anno, lasciandole quindi libere di rubare".

Nella maggior parte dei casi, quelli compiuti a Milano sono furti con destrezza, che, salvo non venga effettuato con strappo o non ci sia rapina impropria, "non prevede mai la custodia in carcere, al massimo vi sarà la direttissima con la convalida dell'arresto senza alcuna misura di carcerazione". La mole di lavoro a Milano è enorme, "siamo dispiaciuti per ciò che è avvenuto alla signora Elena, le forze dell'ordine sono impiegate nell'arco delle 24 ore, con turni doppi, riposi saltati, a lavoro senza sosta per garantire sicurezza alla città di Milano, dove mancano oltre 500 poliziotti che negli anni a seguire andranno ad aumentare tra trasferimenti e pensionamenti".

I numeri dei reati a Milano

I numeri relativi agli interventi su Milano sono altissimi, "nell'anno 2021 nella città metropolitana di Milano la sola polizia di Stato ha eseguito 4.003 arresti, di cui il 60% stranieri, e sono state controllate 1.402.536 persone". Secondo Pasquale Griesi, in Italia esiste "un problema legislativo e giudiziario, anche in merito alla lentezza della macchina giustizia, che dovrebbe dare una risposta sanzionatoria efficace. In un sistema differente, oggi i miei colleghi di Trieste, "i figli delle stelle", forse sarebbero vivi, avrebbero agito diversamente per difendersi, non con la paura di operare che oggi avvolge qualsiasi Intervento di polizia.

Per cambiare rotta ci vuole coraggio e volontà, bisogna che soprattutto le forze politiche prendano coscienza di questa deriva".

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