Mimmo di Marzio
Le nuove scoperte in campo artistico non sempre e non necessariamente devono riguardare i cosiddetti nuovi talenti. Più suggestive e interessanti sono invece le riscoperte di artisti che giovani non sono - almeno anagraficamente - ma il cui lavoro splende di luce propria. Di riscoperte eccellenti degli ultimi anni (anche postume) non manca l'arte italiana, basti pensare a casi come Carol Rama (1918), Gianfranco Baruchello (1924), Enrico Baj (1924-2003), Domenico Gnoli (1933-1970) o Marisa Merz (1931). Il merito in molti casi va alle gallerie private e interessante, in questo senso, è l'esposizione inaugurata nei giorni scorsi da Monica de Cardenas che dedica alcune sale all'opera dell'artista americana Katherine Bradford. Classe 1942, vincitrice di premi importanti come il Guggenheim Fellowship per le arrti creative, la Bradford viene presentata per la prima volta in Italia con una serie di tele e tavole di medie e piccole dimensioni che contengono una summa del suo linguaggio in bilico tra figurazione e astrazione. Paesaggi evanescenti, figurine di bagnanti, un piccolo aereo immerso in un mare-cielo fluttuante. La joie de vivre di Kathy Bradford è tutto in un mondo naif dominato da colori acidi che si fondono con un segno primitivo che richiama atmosfere pop. Una chicca da non perdere questa esposizione che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, quali e quante possibilità di incanto ha la pittura anche in tempi contemporanei. E lo sguardo si fa anche più profondo proprio perchè non riguarda la produzione di linguaggi alla moda ma il risultato di un lungo percorso sedimentato tra gli influssi che hanno caratterizzato l'arte americana dagli anni Settanta in poi, tra graffitismo e neo-pop.
Katherine vive e lavora a Brooklyn, New York e Brunswick (Maine) e le sue opere sono nelle collezioni del Metropolitan Museum of Art, del Brooklyn Museum e del Portland Museum of Art. (Galleria De Cardenas, via Viganò 4).