Oggi Renzi sbarca a Milano Ad aspettarlo anche Grillo

Fermare i delinquenti e mandare avanti l'Expo. È l'obiettivo proclamato dal presidente del consiglio, Matteo Renzi, alla vigilia del suo arrivo a Milano. Il premier, che ha di fatto commissariato Expo, sarà oggi in città per appuntamenti elettorali e dichiara l'intenzione di risollevare le sorti dell'Esposizione, travolta dalle inchieste che ne hanno appannato l'immagine nel Paese e nel mondo. Ma oggi a Milano sarà anche la giornata del guastatore Beppe Grillo. Il leader del Movimento Cinque Stelle arriva con intenzioni diametralmente opposte. «Fermiamo l'Expo» è lo slogan disfattista di Grillo. L'impressione, anzi il rischio, è che i lavori in vista del 2015 siano diventati l'ennesimo terreno di campagna elettorale. E questo, in aggiunta a intercettazioni, indagini, sospetti e attività dei magistrati, è una nuova incognita.
Il premier sarà in visita a una scuola, poi alla sede dell'Expo per il vertice con le istituzioni e alla Camera di commercio, per un appuntamento con gli imprenditori. Ad attenderlo con questioni pressanti è il presidente della Regione, Roberto Maroni. «Ribadiremo a Renzi le nostre richieste e voglio risposte certe, per esempio il subentro del governo nelle quote della Provincia di Milano: mancano 60 milioni. E poi attendiamo questo decreto che aveva chiesto Sala per coinvolgere la Fiera e che ancora non è stato fatto». Con la velata possibilità di inventare strade alternative e fare di testa propria: «Attendiamo risposte certe, altrimenti prenderemo noi le decisioni più opportune per salvaguardare i diritti della Regione Lombardia». Maroni non fa sconti: «L'Expo è in mano a Giuseppe Sala, che è il commissario nominato dal governo. Il suo vice si appartava con certi personaggi, dunque bene fa il governo a intervenire, perché è compito suo. Questa è tutta una vicenda nelle mani del governo».
È fondamentale capire chi prenderà il posto di Angelo Paris, arrestato nel corso dell'inchiesta, e anche come si integreranno l'attività del neo supervisore Cantone con quella del dg Sala. Si tratta anche di capire se la carta anticorruzione, Raffaele Cantone, sarà risolutiva. «L'unica cosa da non fare è cancellare Expo. Sarebbe la più grande sconfitta per la democrazia, sarebbe come ammettere che l'illegalità ha vinto. Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia» dice il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, chiamato da Renzi a seguire i lavori dell'Expo. Ma la sfiducia è ormai serpeggiante.
Il premier cerca di alimentare l'ottimismo. «L'Italia è un grandissimo Paese, ha diritto di provarci, di farcela: non si possono fermare i lavori, si devono fermare i delinquenti. Fermiamoli e mandiamo avanti l'Expo» ha detto, confermando il sostegno all'amministratore delegato, Giuseppe Sala («Assolutamente sì» ha risposto a chi gli chiedeva se avesse fiducia o no in Sala).

«In tanti in questo momento mi stanno dicendo: “Ma chi te lo fa fare?” O i sondaggisti: “Non ti conviene entrare nelle dinamiche dell'Expo”. Io però preferisco rischiare di perdere qualche punto nei sondaggi che non una gigantesca opportunità, investimenti e posti di lavoro».

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